(ANSA) - PERUGIA, 31 AGO - Favorire la permanenza nelle
strutture e nei servizi della sanità umbra dei giovani medici
che si formano e specializzano nelle scuole di specializzazione
attive presso l'Università degli Studi di Perugia: con questo
obiettivo la Giunta regionale, su iniziativa dell'assessore alla
Salute Coesione Sociale e Welfare, Luca Barberini, nell'ambito
delle modifiche e integrazioni al Testo Unico in materia di
Sanità e Servizi Sociali, ha previsto anche di rimodulare i
contratti di formazione specialistica aggiuntivi regionali.
"La legge nazionale - sottolinea Luca Barberini, assessore
regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare -
prevede che nelle scuole di specializzazione in medicina,
comprese quelle aggiuntive regionali finanziate con fondi della
Regione, possano accedere tutti i medici inseriti in un'unica
graduatoria nazionale di merito, redatta sulla base di un
punteggio complessivo conseguito da ciascun candidato in base a
titoli e prove d'esame. Le Regioni hanno però la facoltà di
richiedere ai medici specializzandi ulteriori requisiti, almeno
per i posti aggiuntivi di competenza regionale. Per agevolare la
permanenza nella regione dei professionisti umbri in formazione
nelle strutture del Servizio sanitario regionale, abbiamo quindi
scelto di agire in tale direzione".
"Tra i paletti fissati - spiega quindi l'assessore, in un
comunicato della Regione - il conseguimento della laurea
all'Università di Perugia, la residenza in Umbria, l'impegno
che, una volta concluso l'iter formativo, prestino la propria
attività a servizio della sanità umbra per un congruo numero di
anni. L'obiettivo è quello di valorizzare e non disperdere il
patrimonio di competenze acquisto nella nostra regione, al fine
di rafforzare la qualità del servizio sanitario regionale".
"Questa decisione - continua Barberini - ci consente anche di
scegliere quali specializzazioni mediche sostenere, in base ai
bisogni della sanità umbra, avendo la garanzia di formare
professionisti che poi saranno effettivamente operativi nei
servizi sanitari regionali e non altrove".
A proposito delle borse specializzazione, Barberini rileva
che "il vero tema è che in Italia sono insufficienti a coprire
le esigenze reali" e che "vanno aumentate per formare nuovi
medici da inserire nel servizio sanitario nazionale" "In Umbria,
come nel resto del Paese - spiega - non c'è infatti un numero di
professionisti adeguato a rispondere ai bisogni di salute dei
cittadini. Una carenza oltretutto destinata ad aumentare nei
prossimi anni, considerando che circa il 60 per cento dei medici
ha più di 55 anni".
Poiché i contratti di formazione specialistica sono un
requisito fondamentale per svolgere attività medica, tutte le
Regioni hanno chiesto al Governo di aumentarle: ne servirebbero
almeno 9mila, ma ne sono state autorizzate poco più di 6mila.
Questa situazione si trascina da anni e penalizza soprattutto le
regioni più piccole e i territori più disagiati e non può essere
risolta a livello locale perché si andrebbe a togliere risorse
dall'assistenza sanitaria".
Sempre riguardo le modifiche e le integrazioni del testo
unico in materia di Sanità e servizi sociali elaborate dalla
Giunta regionale, è stata proposta l'istituzione di un elenco di
idonei alla nomina di direttore amministrativo e di direttore
sanitario delle Aziende sanitarie regionali. Si tratta di una
sorta di albo, a cui si può accedere soltanto se in possesso di
specifici requisiti professionali.
È stata prevista anche l'istituzione di una nuova figura
professionale in ambito sanitario, quella dell'assistente di
studio odontoiatrico (Aso), già disciplinata al livello
nazionale. Si tratta di un operatore chiamato a svolgere
attività di assistenza dell'odontoiatra e dei professionisti
sanitari del settore durante le prestazioni cliniche, a
predisporre l'ambiente e lo strumentario, ad accogliere i
pazienti, a gestire la segreteria e i rapporti con i fornitori.
Per diventare Aso è obbligatorio frequentare un corso di
formazione specifico. (ANSA).