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Referendum
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Sentenza Tar sul quesito elettorale

Redazione ANSA ROMA

Il presidente della II sezione bis del Tar del Lazio, Elena Stanizzi, ha sentito i legali del M5S e Sinistra italiana nonché l'Avvocatura dello Stato per una audizione preliminare sul ricorso presentato dai pentastellati e da Si contro il testo del quesito del Referendum. Entro metà ottobre dovrebbe arrivare la sentenza sulla richiesta di sospensione del decreto della presidenza della Repubblica del 27 ottobre con il quale è stata disposta l'indizione del referendum. Tre sono le possibilità di decisione: confermare il provvedimento di indizione del referendum, annullarlo potendo anche dare indicazioni su eventuali cambiamenti nel quesito oppure dichiararsi incompetente sulla materia. Intanto resta alto lo scontro nel Pd sulla consultazione popolare sulla riforma con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti che va all'attacco di Massimo D'Alema schierato per il 'No' accusandolo di essere "acceccato dall'odio per una mancata poltroncina".

IL RICORSO AL TAR -  Sinistra Italiana ed M5s hanno fatto ricorso contro il quesito referendario. A parere dei ricorrenti, infatti, "il quesito così formulato finisce per tradursi in una sorta di 'spot pubblicitario', tanto suggestivo quanto incompleto e fuorviante, a favore del Governo che ha preso l'iniziativa della revisione e che ora ne chiede impropriamente la conferma ai cittadini, che non meritano di essere ingannati in modo così plateale". Il ricorso al Tar Lazio è dunque contro il Decreto del Presidente della Repubblica con cui, indicendo il referendum per il prossimo 4 dicembre, "è stato tra l'altro stabilito il quesito che dovrebbe comparire sulla scheda di votazione". A presentarlo sono stati gli avvocati Enzo Palumbo e Giuseppe Bozzi (che attualmente difendono i ricorrenti messinesi dinanzi alla Consulta nel giudizio per l'incostituzionalità dell'Italicum), nella loro qualità di elettori e di esponenti del Comitato Liberali x il NO e del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, e i senatori Vito Claudio Crimi (M5S) e Loredana De Petris (Sinistra Italiana-SEL). 

LA REPLICA DEL COLLE - In relazione a quanto affermato in una nota di ricorrenti al Tar Lazio, in cui impropriamente si attribuisce alla Presidenza della Repubblica la formulazione del quesito referendario, negli ambienti del Quirinale si precisa che il quesito che comparirà sulla scheda è stato valutato e ammesso, con proprio provvedimento, dalla Corte di Cassazione, in base a quanto previsto dall'art 12 della legge 352 del 1970, e riproduce il titolo della legge quale approvato dal Parlamento.

RENZI: 'PREVISTO DALLA LEGGE' - "Questo quesito è quello che la legge prevede per la riforma costituzionale", dice Matteo Renzi, che ha puntato più volte sulla necessità di affrontare la questione nel merito e non attraverso slogan, ribadendo che ora ci sono persone che dicono che il quesito è sbagliato "ma è quello che prevede la legge" e su quello sono state raccolte le firme da entrambi i fronti. "Mi sono convinto - ha concluso - che si possa fare un dibattito serio sul futuro del Paese che è più importante del mio futuro".

GRILLO E LA VITTORIA DEL NO - "Non ho dubbi, vincerà il 'No', leggete il Financial times e vedete chi vince. Io la penso come il Financial Times, perché siamo in mano a dei bluffisti, dei giocatori d'azzardo". "Dire 'No' - ha aggiunto - è bellissimo, anche voi dovete dire di 'No'".

BOSCHI: 'M5S HA PAURA': "Non si può avere paura della verità", ha detto il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, a Porta a Porta, a proposito del ricorso. "E' la Corte di Cassazione - ha sottolineato Boschi - che ammette il quesito e non il Governo. E' interesse dei cittadini avere un quesito chiaro e mi sarei aspettata che Grillo avesse detto 'Non si capisce nulla' se il quesito fosse stato diverso. Qui invece è tutto chiaro, i cittadini hanno davanti a sé la verità su cui dire 'sì' o 'no'. Non si può avere paura della verità".

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