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Raggi: in settimana il nome di due assessori

Grillo chiede silenzio stampa sulle faccende di Roma Capitale

In settimana arriveranno i nomi degli assessori". Lo dice la sindaca di Roma Virginia Raggi a margine di una iniziativa. "Ho spacchettato le deleghe come da mia idea iniziale perché la riorganizzazione delle partecipate deve essere gestita autonomamente da bilancio e patrimonio".

Nei giorni scorsi, Salvatore Tutino, economista, da più parti indicato come possibile nuovo assessore al Bilancio aveva fatto un passo indietro. "Mi tiro indietro - aveva detto parlando all'Ansa -  sono da 20 giorni sulla graticola' e 'lascio per il clima che c'è all'interno del partito che dovrebbe sostenere la Giunta di Roma'. Tutino rivendicava di essere 'un tecnico non condizionato da adesioni acritiche'. 'Il primo che si alza batte un colpo - aveva aggiunto Tutino - e anche le persone animate da buone intenzioni, e serie come la Raggi, se non sono messe nelle migliori condizioni non possono fare molto'.

"Tutino era tra le persone che abbiamo visto, tra i possibili candidati. A breve avrete un nome", aveva spiegato la sindaca di Roma Virginia Raggi.

E Grillo intanto in un tweet scrive: "Ringrazio di cuore tutti i portavoce M5s che non faranno né dichiarazioni né interviste su Roma nei prossimi giorni. Grazie di cuore a tutti".

E' il terzo nome che cade per la casella di assessore al Bilancio - LEGGI

SUL BLOG DI GRILLO IL VOTO PER IL 'NON STATUTO'

Raggi in Commissione al Senato: 'Il 'No' ai Giochi è per i costi, non per la corruzione'

Tutino spiega come nasceva la sua disponibilità a fare l'assessore al Bilancio. ''Penso che nel nostro Paese siamo tutti portati a criticare e quando invece bisogna costruire ci si tira indietro - spiega l'economista ora alla Corte dei Conti - Ecco, io volevo fare qualcosa per la mia città ed ero disposto a fare un lavoro da tecnico''. ''La prima cosa che mi avevano chiesto - spiega Tutino - era se ero disposto a fare un lavoro di squadra. Io ho sempre lavorato in squadra e lo ritengo importante. E questo anche perché è necessario avere una copertura politica per fare un lavoro da tecnico. Mi avevano dato tutte le garanzie. Ma poi sono passati venti giorni, venti giorni che sono sulla graticola e mi sono trovato in mezzo ad una partita più grande di me. Una cosa che casualmente poteva riguardare anche qualsiasi altre persona''. Tutino lo dice chiaramente. ''Non e' un fatto di curriculum o di capacità, ma sono fatti leati alle beghe politiche, in un contesto in cui tutti sono in grado di parlare e di sostenere falsità. In questo clima, che c'è all'interno del partito che dovrebbe sostenere la giunta di Roma, ho deciso di fare un passo indietro. Sono un tencico e non sono condizionato da adesione incondizionata e acritica''.

L'economista, che nel passato è stato anche superispettore tributario, non nasconde un pizzico di dispiacere: ''Era una bella sfida e pensavo di poter dare nel mio piccolo un contributo. Già perche' in questo Paese siamo tutti pronti a criticare ma poi quando si deve costruire ci si tira indietro''. Tutino ammette però di aver compreso subito quali potevano essere gli ostacoli. ''Ho sempre pensato che il problema non era lavorare duro per 24 ore al giorno, con una realtà difficile anche dal punto di vista tecnico - afferma ora - ma sapevo che ogni scelta tecnica sarebbe stata sottoposta ad un parere assembleare che non si identica con Roma, con una visione che nemmeno i greci avevano della politica. Il primo che si alza batte un colpo. E anche le persone animate da buone intenzioni, e serie come la Raggi, se non sono messe nelle migliori condizioni non possono fare molto. Sono beghe loro e se le risolvano tra di loro. L'unico timore che ho, come cittadino di Roma, che la situazione sia davvero difficile''.

La Raggi, intanto, è in audizione in commissione Istruzione al Senato.

LA DIRETTA

Roma 2024: Raggi, non c'è alcuna sostenibilità costi - "Non c'è alcun tipo di sostenibilità per questi eventi". Così la sindaca di Roma Virginia Raggi in audizione in commissione Beni culturali al Senato motiva il No ai Giochi olimpici a Roma. In base agli studi fatti già quando il M5S era all'opposizione in Campidoglio "evidenze storiche ci dimostrano come gli investimenti che tanto il Cio quanto i governi quanto le città dovevano sostenere per ospitare le Olimpiadi non erano mai ripagati dai ricavi ne contribuivano ad avere un legato futuro a beneficio della città", aggiunge. "In questi ultimi giorni si prova ad accostare il no (alla candidatura Olimpica, ndr) a una presunta accusa di corruzione. La corruzione a Roma è certificata dalle indagini di Mafia Capitale. Questo non è minimamente un tema preso in considerazione, altrimenti dovremmo dire 'chiudiamo Roma'. Noi dovremo estirpare la corruzione con l'aiuto dell'Anac" ma sul fronte olimpico "alla luce delle evidenze dei costi Roma non può permettersi di indebitarsi ulteriormente. Abbiamo un debito che nel 2008 ammontava a 2 miliardi".  "C'è una sanità che va verso la progressiva privatizzazione, si va verso la privatizzazione dei servizi essenziali e dovremmo indebitarci per ospitare una grande manifestazione di cui però beneficeranno pochi? Avremmo continuato a togliere soldi per servizi essenziali. Sarebbe stato da irresponsabile dire di sì", sottolinea Raggi.

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