(ANSA) - PERUGIA, 20 GEN - La Commissione d'inchiesta
antimafia dell'Assemblea legislativa, presieduta da Eugenio
Rondini, ha ascoltato l'informativa del prefetto di Perugia,
Armando Gradone, sui temi legati al contrasto e alla prevenzione
della criminalità nel territorio.
Il prefetto ha fornito dati che i consiglieri regionali della
Commissione hanno giudicato di estremo interesse per la
prosecuzione e l'orientamento delle attività istituzionali.
Nell'ultimo quinquennio, dal 2017 al 2021 (i dati del 2022 non
sono ancora definitivi) è stato evidenziato come il totale dei
reati sul territorio di Perugia - è detto in una nota diffusa da
Palazzo Cesaroni - si attesta nel primo triennio (2017-2019)
intorno ai 24 mila casi. Nel 2020 invece c'è una forte
diminuzione, oltre il 30 per cento, ma si tratta di cifre
condizionate dalla pandemia e dai lockdown. Nel 2021, che può
essere considerato un anno "normale", viene segnalato comunque
un decremento "molto significativo": rispetto ai 24 mila degli
anni precedenti siamo vicini ai 21 mila. E i dati, ancora
provvisori, relativi al 2022 individuano 20 mila 400 delitti
commessi nel territorio perugino.
"Rispetto al 2020 - ha detto il prefetto - c'è stato un
riallineamento ma siamo comunque molto al di sotto di quanto
avveniva in precedenza. Il delitto che maggiormente incide sui
cittadini è quello relativo ai furti, che incide per circa la
metà (11 mila) della delittuosità totale e condiziona molto la
percezione di sicurezza che hanno i cittadini. I furti in
appartamento - ha spiegato Gradone - non hanno come vittima solo
il cittadino o la famiglia che li subisce, ma in qualche caso
anche interi condomini, essendo fatti che vengono partecipati da
tante persone e ciò fa assumere al fenomeno dei furti un peso
importante, anche se c'è stata una diminuzione nel numero. Anche
i reati legati allo spaccio di stupefacenti preoccupano, per la
presenza di gruppi criminali per lo più etnici, albanesi,
nigeriani e tunisini, che movimentano quantitativi importanti di
ogni genere di sostanze stupefacenti. I gruppi nigeriani si
segnalano anche per altri reati che incidono molto, come lo
sfruttamento della prostituzione. In aumento le frodi
informatiche legate al sempre più massiccio utilizzo degli
acquisti online".
Per quanto riguarda la presenza delle mafie in Umbria, il
prefetto ha detto di basarsi sui fatti più che sulle analisi di
scenario, vale a dire su dati ricavati da procedimenti e
condanne per reati di associazione mafiosa. Guardando ai fatti -
ha aggiunto -, "l'Umbria non mostra fenomeni di consorterie di
tipo mafioso ma ha indubbiamente caratteristiche di zona franca,
che si presta per attività di riciclaggio, quindi parliamo di
vulnerabilità". "Il lavoro della Prefettura su questo versante -
ha sostenuto Gradone -, oltre che attraverso un monitoraggio
costante svolto insieme a enti locali e associazioni, nonché
grazie alla stretta collaborazione con Procura e forze
dell'ordine, si concretizza nelle interdittive alle imprese su
cui gravano sospetti. Quelle intraprese dalla Prefettura di
Perugia possono vantare un tasso di successo del 100 per cento:
nessun provvedimento è stato censurato in sede di contenzioso.
Non dobbiamo vedere la mafia dappertutto ma dobbiamo sviluppare
un olfatto particolare per fiutare queste cose. A Perugia da
anni ci sono diversi soggetti originari della Calabria ma che
ormai sono umbri, perché hanno studiato qui o lavorano qui, sono
umbri a tutti gli effetti ma hanno mantenuto relazioni con la
terra di origine e in qualche caso utilizzano proventi acquisiti
da cosche calabresi. Parliamo di piccole attività nel campo
dell'edilizia, della ristorazione, recentemente anche
compravendita di piccole imprese".
Gradone ha poi ricordato il "Tavolo regionale con l'assessore
Melasecche per creare una sinergia di interventi, con nostre
risorse provenienti dal Fondo nazionale per la sicurezza e altre
risorse distribuite ai comuni tramite appositi bandi: nel
quinquennio 2018-2022 sono state attribuite risorse a 22 comuni
della provincia di Perugia per poco meno di un milione di euro".
"Queste risorse - ha detto - vanno a beneficio di progetti di
videosorveglianza, scuole sicure con prevenzione e contrasto
dello spaccio, prevenzione delle truffe agli anziani, anche il
progetto dei comuni lacustri per il contrasto all'abusivismo
commerciale nella stagione estiva. La progettualità ha una
dimensione regionale, riguarda anche Terni, che ha avuto 70 mila
euro destinate alla prevenzione dello spaccio di stupefacenti.
Nella provincia di Perugia inoltre, ben 26 comuni hanno avviato
progetti vicinato per il controllo del territorio da parte di
gruppi di cittadini. Una sinergia che ci deve essere non solo
fra istituzioni e forze dell'ordine ma a tutti i livelli".
Il presidente della Commissione antimafia Eugenio Rondini ha
ringraziato il prefetto per la "importante disamina della
situazione in provincia di Perugia" ed ha annunciato che fra gli
impegni dell'organo di inchiesta di Palazzo Cesaroni c'è la
"necessità di uscire fuori e impegnarsi in un'opera di
sensibilizzazione su queste tematiche, ad esempio cominciando
dalle scuole".
Oltre al presidente Rondini hanno preso parte all'incontro i
consiglieri regionali del Pd Simona Meloni (vicepresidente) e
Fabio Paparelli, Stefano Pastorelli e Paola Fioroni (Lega),
Vincenzo Bianconi (gruppo Misto), Eleonora Pace (FdI) e
Francesca Peppucci (Forza Italia). (ANSA).
Prefetto Perugia in Commissione antimafia Assemblea Umbria
Informativa su contrasto e prevenzione criminalità
