(ANSA) - PERUGIA, 14 GEN - I ricoverati ultrasettantenni in
Umbria in media passano in un letto d'ospedale "fino a sette
giorni oltre il dovuto". Emerge da un'indagine di Fadoi, la
società scientifica di medicina interna, condotta su 98
strutture ospedaliere in tutta Italia. E della quale sono stati
diffusi i dati regione per regione.
Riguardo alla realtà umbra, per Fadoi nei reparti di medicina
gli over 80 sono oltre la metà nel 50% delle strutture.
Per la Società non si deve pensare però alle medicine interne
"come a dei parcheggi per anziani soli". Quelli che vengono
ricoverati sono infatti pazienti definiti complessi, che
richiedono comunque da cinque a sette giorni di degenza per
essere adeguatamente trattati, tanto da necessitare di una media
intensità di cura.
Fadoi sottolinea che "il problema è che quando lo stesso
medico dà disposizione affinché il paziente venga dimesso, mai
quella data corrisponde con quella effettiva delle dimissioni".
Queste infatti si protraggono in media da cinque a sette giorni
più del dovuto.
Si stima che in Umbria le giornate di ricovero inappropriate
siano circa 32 mila per una spesa di 23 milioni di euro.
Per quale motivo emerge dalla survey lanciata da Fadoi. Gli
anziani umbri - in base allo studio - non hanno la possibilità
di essere assistiti in Rsa e ci sono difficoltà nell'attivare
l'Adi. "In altri termini - si legge in una nota della Società -
un mix tra deficit di assistenza sociale e di mancata presa in
carico da parte di servizi e strutture sanitarie territoriali.
Una volta dimessi i pazienti ultraottantenni vanno direttamente
a casa o quando possibile in Rsa.
"Gli ostacoli principali alla dimissione nella nostra realtà
sono la carenza di posti nelle Rsa, le difficoltà attivazione
dell'Assistenza domiciliare integrata nonostante gli sforzi
messi in atto e il ritardo nell'esecuzione di accertamenti
diagnostici durante il ricovero", commenta il presidente di
Fadoi Umbria, Lucio Patoia. (ANSA).
In Umbria anziani ricoverati fino a 7 giorni in più
Indagine Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri)
