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Stop alle impronte digitali nella P.A. Altolà della Privacy

Al ministero si sta lavorando per rivedere la disciplina scaturita dalla legge Sicurezza

Al ministero della Pubblica Amministrazione si sta lavorando a una revisione della disciplina scaturita dalla legge Concretezza, entrata in vigore sotto il precedente Governo. C'è innanzitutto da intervenire sulla questione delle impronte digitali "anti-furbetti", il provvedimento attuativo sul quale è arrivato anche l'altolà del Garante della Privacy, tenuto a esprimere un parere.

I cosiddetti controlli biometrici saranno cancellati. Secondo quanto si apprende, invece, si starebbe ragionando sul modo migliore di utilizzare i sistemi di video-sorveglianza per contrastare gli abusi.

La rilevazione delle impronte digitali dei dipendenti pubblici per stanare i furbetti del cartellino rappresenta "un uso criminalizzante della tecnologia" con l'effetto di deprimere "anche chi ogni mattina si reca sul posto di lavoro con energia ed entusiasmo", aveva detto la ministra per la Pubblica amministrazione, Fabiana Danone spiegando il perché del dietrofront su questa misura e aveva aggiunto che la tecnologia "sicuramente torna utile per tenere a bada chi abusa. Ma probabilmente va usata in modo meno criminalizzante per un'intera categoria. A mio avviso, la rilevazione delle impronte contiene in sé uno stigma di tale negatività che rischia di deprimere anche chi ogni mattina si reca sul posto di lavoro con energia ed entusiasmo".

Nella Pubblica Amministrazione, il governo "vuole assolutamente puntare a rafforzare gli organici, soprattutto in alcuni comparti", aveva assicurato Dadone. E aveva aggiunto: "Dopo troppi anni di blocco del turnover l'impegno si è già visto nella scorsa manovra e noi puntiamo a implementarlo. Ma soprattutto, oltre alle dotazioni, è fondamentale puntare sulla formazione continua per valorizzare le competenze e spingere in alto la produttività della P.A.".

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