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Riforme, al Senato si vota. Boschi a M5s: 'Svolta illiberale? Vostra è allucinazione'. Ministro contestato in Aula

Nuovo Senato, 7.850 emendamenti in Aula. Governo pressa ma l'ostruzionismo la fa da padrone, il voto slitta. La ministra contestata, tira dritto e apre a ritocchi minimi

Riprendono martedì mattina i lavori in aula al Senato sul ddl di riforma costituzionale, dopo il primo scontro tra il ministro Boschi e il Movimento Cinque Stelle e lo slittamento del voto. Nel giorno in cui dovevano iniziare le votazioni in Senato sulle riforme costituzionali, il fronte dei dissidenti ha fatto da padrone. Ed è stata fumata nera. M5S, Sel, Lega, frondisti di FI e Gal, ma anche del Pd, hanno fatto capire che non molleranno facilmente: sfrutteranno ogni secondo a disposizione per la discussione sui 7850 emendamenti al testo. Calcolatrice alla mano, potrebbero andare avanti tre mesi. Ma il governo non si fa impressionare: "Non abbiamo paura del confronto", dice il ministro Maria Elena Boschi citando Pratolini. "Manterremo la promessa di cambiare", assicura. E anche se mette in conto "una settimana in più", conferma l'obiettivo del via libera del Senato entro l'estate.

Boschi a M5S, svolta autoritaria è una bugia
"Sottoponiamo al voto dell'Aula un testo che non è non la rappresentazione 'macchiettistica' fatta in alcuni interventi. Vogliamo una discussione nel merito e non sulla simpatia o antipatia di chi lo ha proposto. Non abbiamo paura di idee altrui. Diceva Pratolini: 'Non ha paura della idee chi ne ha' ", ha detto ancora il ministro. "Le riforme costituzionali sono la madre di tutte le battaglie" del governo Renzi, ha aggiunto Maria Elena Boschi.

"E' stato un privilegio partecipare alla discussione generale" sulle riforme. "Non sono mancate polemiche e in alcuni casi anche contestazioni ma è il bello del dibattito e della democrazia. Lo dico perché ne sono convinta e ne è convinto il governo che ha sempre rivendicato l'ascolto di tutti, il dialogo e il confronto. L'abbiamo fatto, lo dico senza tema di smentita, anche sulle riforme costituzionali".

Rispetto alle precedenti riforme costituzionali "questo testo uscito dalla commissione è ampiamente condiviso. Lo sostiene una maggioranza che va oltre la maggioranza che sostiene il governo; e non è scontato". 

"Ci potrà essere un tentativo di rallentare questo cambiamento, un ostruzionismo che ci può portare a lavorare una settimana di più e sacrificare un po' di ferie ma manterremo la promessa di cambiare perché questa urgenza deriva da noi", ha spiegato ancora il ministro in Aula.

"Ho sentito alcuni parlare di svolta autoritaria. Questa è una allucinazione  - ha detto Boschi - e come tutte le allucinazioni non può essere smentita con la forza della ragione. Non c'è niente di autoritario. Parlare di svolta illiberale è una bugia e le bugie in politica non servono". 

Maria Elena Boschi in Aula al Senato è stata contestata con alcuni boati da parte dei senatori M5s. Applausi ironici e grida in coro dei pentastellati per superare la voce del ministro per le Riforme che tentava di chiudere il suo intervento alla fine della discussione sul ddl di riforme. I cinque stelle sono 'saltati' quando Boschi ha usato il termine ''allucinazione''. Il presidente Piero Grasso è stato costretto ad intervenire un paio di volte per placare gli animi.

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Finocchiaro, nessuna fretta o approssimazione 
"Questa conclusione arriva dopo 30 ore di discussione generale in Aula e anni di dibattito sulle riforme costituzionali. Dire che il lavoro è segnato da fretta, approssimazione e accelerazione non è aderente alla realtà dei fatti". Lo ha detto la relatrice Anna Finocchiaro nella replica in Aula al Senato sul ddl costituzionale. "Oggi - sottolinea - ci confrontiamo su un testo che non è quello del governo ma su frutto del lavoro del Parlamento, in cui molte indicazioni sono state recepite dai relatori".

"Fermo restando che l'Aula è padrona di decidere, bisogna riflettere sui toni del dibattito, perché rischiamo di perdere per strada la pulizia dell'opera. Le parole, se utilizzate con violenza, rischiano di diventare inutili: le parole regime, deriva autoritaria, se pronunciate in quest'Aula sono macigni", ha spiegato Anna Finocchiaro. "Quest'Aula è sovrana e non abbiamo bisogno di scomodare la tregenda: ciascuno qui è autorevole rappresentante del popolo capace di esprimere una posizione".

Calderoli, a fine percorso ci sia referendum popolare 
"Mi auguro che la riforma poi vada a referendum perché una riforma di queste dimensioni deve esser posta a voto popolare". Così il senatore della Lega Nord Roberto Calderoli, relatore del ddl sulle riforme, intervenendo in Aula al Senato. Calderoli si è poi rivolto alla opposizione affinché riduca il numero di emendamenti, invitando a "fare delle segnalazioni sui temi da affrontare" per evitare "il rischio che insieme alla acqua sporca si butti il bambino": "Non vorrei - precisa - che alcuni argomenti meritevoli di confronto andassero a finire insieme a tutto il resto". A tal proposito, l'esponente leghista afferma di aver individuato "10-15 punti su cui continuare la riflessione con la senatrice Finocchiaro" e suggerisce a governo, maggioranza e opposizione di valutare l'opportunità di procedere con questa metodologia.

FI, non faremo venire meno nostro appoggio e voti 
"Non faremo venire meno il nostro appoggio e i nostri voti a una riforma che abbiamo voluto e che cercheremo insieme di migliorare". Così il senatore Donato Bruno nell'Aula del Senato, parlando a nome di Forza Italia in apertura della seduta che ha all'ordine del giorno il ddl costituzionale del governo di riforma del Senato e del titolo V della Costituzione.

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