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Barcellona: terrore sulle ramblas, ma la città vive

Alla Sagrada Familia oltre 1200 con il re e il premier per dire 'no' all'orrore

Redazione ANSA

Hanno risposto in oltre mille e duecento, partecipando alla messa solenne per la pace e contro il terrore. Una messa blindata viste le circostanze, ma aperta a tutti. E sotto le note del bellissimo 'Da Pacem Domine' di Arvo Part, le volte interminabili e floreali della Basilica della Sagrada Familia erano ancora più magiche.

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La luce - rossa, gialla o anche azzurra - filtrando attraverso le grandi vetrate colorate si mescolava a quella più puntuale dei faretti interni, valorizzando gli elementi portanti di lontana ispirazione gotica. La Sagrada Familia di Barcellona, primo obiettivo dei terroristi islamici della Rambla, è sempre in piedi, più forte che mai.

La cellula dei terroristi ragazzini

Il capolavoro incompiuto di Antoni Gaudì, il maestro dell'architettura moderna catalana, lo ha confermato oggi, ospitando la grande messa di risposta al terrorismo, alla presenza di tutte le autorità del paese e di centinaia di persone tra fedeli ed amici della città.

L'arcivescovo di Barcellona, il cardinale Joan Josep Omella, ha celebrato, in omaggio alle vittime degli attacchi alla Rambla e a Cambrils, una 'Eucaristia per la pace e la concordia'. Presenti anche i rappresentanti delle comunità musulmane, oltre a Felipe VI e la regina Letizia, il premier Mariano Rajoy, il presidente catalano Carles Puidgemont, la sindaca di Barcellona Ada Colau e la sua collega di Madrid Manuela Carmena.

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n apertura della cerimonia, durate circa un'ora e venti minuti, il vescovo ausiliare di Barcellona, Sebastia' Taltavull, ha ricordato che queste sono "giornate di lacrime, di molte lacrime, ma soprattutto di grande umanità", visto "il grande sforzo di solidarietà dei cittadini che ha trasformato in una nuova situazione di pace il rifiuto della violenza e del terrore". Nella sua omelia, Omella ha detto che a Barcellona si appoggia ora "un nuovo stile di convivenza, nel rispetto dei diritti umani, superando le differenze e le esclusioni. Abbiamo dimostrato di essere un popolo che non ha paura. L'unione ci rende forti, le divisioni ci distruggono".

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La messa e i canti erano in catalano, l'omelia e i commenti in spagnolo, nel tentativo di trovare un equilibrio tra le due lingue, evitando di alimentare ancora una volta le tensioni tra governo centrale e autonomisti della Catalogna, mentre si avvicina la data dell'annunciato referendum sull'indipendenza giudicato illegale da Madrid come sancito dalla Costituzione in vigore. Tensioni sempre presenti, ma che le rispettive autorità hanno tentato di ridurre al minimo dopo gli attacchi jihadisti.

 

La Sagrada Familia è molto ben protetta da una pesante grata metallica che la circonda. Se, come pare fosse nei loro piani, gli attentatori della Rambla fossero riusciti a lanciare un Tir pieno di bombole contenenti esplosivo, i danni sarebbero stati certamente ingenti e il numero delle vittime molto elevato, ma far crollar la basilica sembra davvero una missione impossibile.

 

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