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Migranti, la Croazia chiude tutti i valichi con la Serbia

Renzi, oggi molti paesi in Ue perché abbattuti muri. Tusk convoca vertice straordinario Ue il 23 settembre

La Croazia ha chiuso nella notte tutti i valichi di frontiera con la Serbia. Lo riferisce l'agenzia di stampa serba Tanjug. Alla chiusura annunciata in precedenza dei valichi di Ilok, Ilok 2, Principovac, Principovac 2, Tovarnik, Erdut e Batina, si e' aggiunta anche quella di Bezdan. Al momento della chiusura, al valico di Bezdan si trovavano un centinaio di migranti che non sono riusciti a passare e sono stati condotti con un autobus in un vicino centro d'accoglienza.

Ci sono stati scontri tra la polizia croata e migranti che hanno sfondato i cordoni degli agenti alla stazione di Tovarnik. Lo riporta il Guardian online, citando Channel4.

Tusk, vertice straordinario il 23 settembre - "Convoco un Consiglio europeo straordinario per mercoledì 23 settembre alle 18 per discutere come trattare come la crisi dei rifugiati". Lo ha annunciato con messaggio twitter il presidente del Consiglio, Donald Tusk. Il vertice straordinario era stato chiesto dalla Cancelliera Angela Merkel. Si terrà all'indomani del Consiglio interni. 

"Se oggi ci sono paesi che fanno parte dell'Ue è perché qualcuno ha abbattuto un muro e dato la possibilità di benessere, libertà e futuro". Lo ha detto il premier Matteo Renzi parlando dell'emergenza immigrazione, in conferenza stampa con il presidente francese Francois Hollande, ribadendo che l'Ue è nata per abbattere muri e non costruirli.

L'Italia ribadisce la "disponibilità a creare gli hotspot e gestire in modo organico con un approccio globale e comprensivo le politiche di ammissione e di equa distribuzione di chi arriva nel territorio europeo" ha anche detto Renzi

"Una crisi umanitaria significativa, di enorme portata e che richiede un'azione collettiva". Lo afferma il portavoce del Fmi, Gerry Rice, commentando la crisi dei migranti in Europa. Il Fmi sta valutando quale potrebbe essere l'impatto economico. "La velocità di integrazione è cruciale".

Il premier ungherese Viktor Orban si aspetta fino a 100 milioni di profughi in arrivo in futuro in Europa. È il numero fatto in un'intervista rilasciata alla tedesca die Welt, che oggi su questa cifra apre il giornale. "Le analisi di Frontex parlano di milioni, io credo sia pensabile che arrivino a 100 milioni. Vale la pena ascoltare quello che ha detto Nikolas Sarkozy in un'intervista televisiva: non dimentica l'Africa nera", ha argomentato.

Sono almeno 3000 i siriani che in queste ore si trovano nella provincia nordoccidentale turca di Edirne, a pochi chilometri dal confine con la Grecia, per cercare di attraversare la frontiera ed entrare in Unione Europea. Circa duemila sono stati bloccati nella locale stazione dei bus, dove hanno dato vita a un sit-in di protesta rifiutando il cibo e gli aiuti offerti dalle autorità turche. Almeno 800 sono invece quelli giunti a piedi nella strada che conduce verso il confine, dove sono stati fermati dalla polizia.

I migranti lasciano i valichi di Horgos, sul il confine serbo-ungherese, e si ingrossa il flusso verso la Croazia dopo che l'Ungheria ha chiuso completamente il proprio confine con la Serbia. In circa 5.000 attendono alla stazione di Tovarnik, al confine serbo-croato, di salire sui treni per Zagabria. Le autorità croate, infatti, hanno fatto sapere che non verranno frapposti ostacoli ai profughi che intendono raggiungere la Germania e il nord Europa transitando attraverso il territorio croato. La presidente della Croazia, Kolinda Grabar Kitarovic, si è detta oggi molto preoccupata per il flusso migratorio che ha investito nelle ultime 24 ore quello serbo-croato, richiedendo "controlli del confine di stato molto severi". 

E mentre la Slovenia ha reintrodotto i controlli alle frontiere per dieci giorni e la Bulgaria ha inviato 50 soldati a presidiare il confine con la Turchia , la cancelliera Merkel assicura che "le condizioni della Germania sono positive e questo ci permette di far fronte alle nuove sfide". 

"La Commissione Ue - ha detto il portavoce della Commissione europea Mina Andreeva su Twitter - non rinuncia all'obbligatorietà sulla proposta di ricollocare 120mila profughi. Difendiamo la nostra proposta. Gli articoli dei media che suggeriscono il contrario sono falsi".

 

 

La rabbia e l'esasperazione di migranti e profughi al confine serbo-ungherese è sfociata oggi in durissimi scontri con la polizia magiara, che ha fatto largo uso di gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per rispondere al fitto lancio di pietre, bottiglie e altri oggetti da parte di centinaia di giovani manifestanti. Il pesante bilancio a fine giornata è di almeno 300 feriti tra i migranti e venti fra i poliziotti ungheresi. Un comportamento, quello della polizia magiara, che è stato duramente condannato dall'Onu e dalla Ue, oltre che dal governo di Belgrado. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-moon si è detto "scioccato" dal trattamento riservato a quei disperati. "Non è accettabile, è gente che scappa da guerre e persecuzioni e che deve essere trattata con dignità umana", ha affermato Ban. Altrettanto dura la protesta del commissario Ue all'Immigrazione Dimitris Avramopoulos per il quale "la difesa delle frontiere con la violenza non è compatibile con i valori e i principi europei". In serata il governo di Belgrado ha inoltrato una nota di protesta all'Ungheria per la violazione del territorio serbo da parte della polizia magiara nell'impiego dei lacrimogeni e dei cannoni ad acqua, mentre il primo ministro serbo ha parlato di azioni "brutali" da parte delle forze dell'ordine.

Il presidente Mattarella ha chiesto un'assunzione di responsabilità dell'Ue per governare il fenomeno 'epocale' dell'immigrazione e Bruxelles osserva che in Italia gli hotspot iniziano a funzionare: via ai ricollocamenti da inizio ottobre. "Serve una risposta comune e complessiva dell'Unione" che preveda un quadro complessivo, dagli hot spot ai rimpatri e alle quote di accoglienza, "solo così si può avere una risposta efficace". Questa è la risposta del presidente Mattarella ai giornalisti che gli chiedevano delle pressioni sull'Italia per aprire gli hot spot. "Serve una risposta comune e complessiva della Ue che riguardi la politica di respingimento in tutti i suoi aspetti e i vari tipi di interventi, dal salvataggio delle vite umane agli hot spot, dai rimpatri alle quote di accoglienza", ha spiegato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai giornalisti che, a Vienna, gli chiedevano delle pressioni su Italia e Grecia per aprire rapidamente i centri di identificazione dei migranti. "Occorre infatti - ha aggiunto - una politica dell'Unione, una gestione complessiva del problema ed è solo in questo modo che si può avere una risposta efficace" all'emergenza immigrazione che sta investendo l'Europa. A chi gli chiedeva poi se fosse necessario un vertice straordinario dell'Unione Europea dedicato all'immigrazione, il capo dello Stato ha replicato: "Ce ne sarà uno a giorni, infatti".

Secondo Natasha Bertaud, portavoce della Commissione Ue per l'immigrazione, 'gli esperti di Easo, Frontex, Eurojust ed Europol sono in Italia e gli hotspot stanno iniziando a funzionare, quindi i ricollocamenti si potranno fare da inizio ottobre". 

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