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Migranti: strage di bimbi in Grecia. LA GIORNATA DI DOMENICA

LA GIORNATA DI DOMENICA - Strage di bimbi in Grecia. Germania blocca frontiere 


Altri 14 Aylan, altri 14 bambini muoiono nel naufragio di un barcone di migranti che si è rovesciato nell'Egeo, cercando di raggiungere un'isola greca dalla vicinissima Turchia. Tra loro, quattro neonati. E' lo choc di una domenica in cui anche la Cancelliera Angela Merkel che una settimana fa aveva aperto le frontiere ai rifugiati deve arrendersi all'evidenza. Neppure la Germania può assorbire il fiume di disperati in fuga dalla guerra. Così nel pomeriggio arriva la sospensione del traffico ferroviario con l'Austria ed il ministro dell'interno annuncia la reintroduzione "temporanea" dei controlli alla frontiera. Nel paese, è stato precisato, si potrà entrare "solo con documenti validi". Ed il ministro dell'interno, Thomas de Maiziere, avverte i paesi che fanno transitare liberamente i migranti: "La grande disponibilità dimostrata dalla Germania non deve essere sfruttata troppo". Misure drastiche quelle tedesche, che arrivano alla vigilia di un Consiglio straordinario dei ministri dell'interno europei carico di tensioni e chiamato ad approvare il pacchetto Ue per l'immigrazione, con il meccanismo di ridistribuzione dei rifugiati a criteri fissi, l'elenco dei paesi sicuri (tutti quelli candidati all'ingresso della Ue, ovvero i balcanici e la Turchia) in provenienza dai quali non è cioè verosimile che si abbiano le condizioni per chiedere asilo.

La sospensione di Schengen è stata annunciata dalla Merkel con una telefonata al presidente della Commissione. L'esecutivo europeo ha dato il beneplacito. La reintroduzione temporanea dei controlli è "una possibilità eccezionale esplicitamente prevista e regolata" dal codice delle frontiere del Trattato di Schengen "in caso di situazione di crisi" e "la situazione attuale in Germania, a prima vista, appare essere una situazione coperta dalle regole". Ma questa decisione, ha anche scritto la Commissione, "sottolinea l'urgenza di concordare" sul pacchetto immigrazione. Accordo che dovrà necessariamente passare anche per una decisa stretta dei controlli sulla frontiera esterna. Bruxelles ricorda che nel suo Discorso sullo stato dell'Unione mercoledì scorso a Strasburgo è stato lo stesso Juncker a dire che "l'altra faccia della medaglia" di Schengen e della libertà di movimento in un'Europa senza confini interni è "una miglior gestione della frontiera esterna e più solidarietà per affrontare la crisi dei rifugiati".

Politicamente, più facile che si trovi l'accordo sulla prima che della seconda. Il ministro dei trasporti tedesco ha denunciato il "fallimento totale" della Unione europea nella difesa dei suoi confini esterni, e ha sollecitato misure "urgenti ed efficaci" per arrestare l'afflusso record di migranti e profughi dal Medioriente. Il vicecancelliere, Sigmar Gabriel, ha proposto che la Ue (con Stati Uniti e paesi del Golfo) mettano mano al portafoglio, fornendo 1,7 miliardi di euro di aiuti da distribuire nei campi in Giordania e Libano.

Intanto anche la Romania annuncia il 'no' al pacchetto Juncker, che dovrà essere approvato a maggioranza qualificata. Mentre gli ambasciatori dei 28 cercano di mettere a punto in serata il documento finale, la conta dei voti è ancora tutta dalla parte dell'approvazione. Ma se si finirà allo scontro, il risultato politico potrebbe essere "sanguinoso" per l'Europa. Non a caso la svolta tedesca piace al primo ministro ungherese Viktor Orban, leader dei falchi anti-immigrazione. Cogliendo al volo la retromarcia della Merkel, ha espresso soddisfazione per la sospensione di Schengen, definendola misura "necessaria" per "preservare i valori tedeschi ed europei".

 

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