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Migranti: vescovo Aleppo, vogliamo restare in Siria

Migranti: vescovo Aleppo, vogliamo restare in Siria

"Serve soluzione. Tutti sanno che Turchia aiuta gruppi armati"

ROMA, 16 settembre 2015, 17:47

Manuela Tull

ANSACheck

 "Aiutateci a rimanere in Siria": è l'appello dei cristiani siriani. Nonostante le immagini di questi giorni, del grande esodo dal Paese del Medio Oriente verso l'Europa, c'è chi chiede aiuto per rimanere nella sua terra, pur con tutte le difficoltà legate alla guerra. Monsignor Antoine Audo, arcivescovo caldeo di Aleppo, è a Roma per portare la voce della sua gente.

"Mancanza di sicurezza e grande povertà": così sintetizza la situazione nella cittadina siriana dove da due mesi manca anche l'acqua e l'energia elettrica. "Anche la dignità delle persone è messa a dura prova", con la classe media, "medici e ingegneri", ora in fila alla Caritas per avere qualcosa da mangiare. "E la classe, una volta povera, oggi è in condizioni misere. Però la mia scelta - dice mons. Audo, che è anche presidente di Caritas Siria - è fare del tutto perché la gente rimanga. Bisogna trovare una soluzione per questo grande Paese".

    A volere la testimonianza del vescovo di Aleppo è stata Aiuto alla Chiesa che Soffre, fondazione pontifica che aiuta i Paesi dove più grave è la mancanza di libertà di religione. E il direttore di Acs Italia, Alessandro Monteduro, pur presentando i progetti di aiuto in Siria, chiede per chi comunque decide di venire in Italia una "corsia preferenziale" per ottenere il diritto d'asilo. "Se c'è una persecuzione religiosa, queste persone non possono aspettare mesi", sottolinea.

    Monsignor Audo richiama la comunità internazionale alle proprie responsabilità. "Noi siamo a 40 chilometri dal confine e tutti sanno- è la precisa accusa del vescovo - che la Turchia accoglie e dà aiuto ai gruppi armati". Quelli che poi attaccano e bombardano le città siriane.

    I cristiani ad Aleppo erano 150mila, "oggi sono 50mila, forse meno, non vogliamo fare la fine di Mosul", dice monsignor Audo riferendosi alla città irachena dove è scomparsa la presenza cristiana dopo gli attacchi e le persecuzioni dell'Isis.
    "Abbiamo un debito di riconoscenza - dice il presidente di Acs Aldo Mantovano -: queste persone potrebbero abiurare alla loro fede e invece la confermano accettando tutte queste sofferenze.
    Il 'debito' vale non solo per chi ha fede ma per tutti perché questi fratelli difendono innanzitutto la libertà religiosa che è un diritto fondamentale".


    Quanto alle persone scomparse in Siria, i riscatti richiesti si aggirano intorno ai 100mila dollari a persona. Cifre proibitive per i più. "Nessuna notizia" invece, conclude mons.
    Audo, sui due vescovi ortodossi e su padre Paolo Dall'Oglio.

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