(ANSA) - CASAL DI PRINCIPE (CASERTA), 19 GIU -Foreste di pilastri abbandonati, scheletri di cemento, colonne e capitelli che occhieggiano dagli alti muri di cinta e dai cancelli serrati. Difficile pensare all'arte nella Casal di Principe devastata dall'edilizia di camorra e punteggiata dall'opulenza abortita delle ville bunker dei boss. "Eppure la luce c'e', cosi' come la voglia di riscatto e di rinascita, anche la bruttura col tempo puo' essere recuperata", incalza il sindaco Renato Natale. Oggi il paese e' con lui, dal consiglio comunale agli 80 ragazzi in maglietta blu, Ambasciatori di Arte, che da lunedi' - e fino al 21 ottobre - faranno da cicerone al pubblico per una mostra straordinaria e particolare con i capolavori degli Uffizi e Capodimonte allestiti nelle stanze, confiscate e intitolate a don Peppe Diana, della brutta villetta 'a tempio' che fu del boss Egidio Coppola, detto Brutus. "Stanze in cui si parlava di vite da fermare con il sangue e in cui si alimentava Gomorra", scriveva Saviano. E dove ora, dopo un restauro fatto in tempi record, i muri sono diventati di un bel blu oltremare per accogliere le cornici dorate delle grandi tele dei caravaggeschi napoletani, con i ritratti, le nature morte, le immagini tormentate dei santi. Come l'algida e bellissima Santa Caterina di Alessandria di Artemisia Gentileschi o la Vanita' raccontata con sapiente gioco di luci da Mattia Preti, una stupefacente Carita' di Luca Giordano. In tutto 20 opere, testimonianza della grandezza artistica che ha animato nei secoli questi luoghi, dalla tenera Mater Matuta del museo di Capua fino al simbolico Fate Presto di Andy Warhol concepito dall'artista americano a Napoli subito dopo il terremoto del 1980. Un progetto che "rifiuta mediazioni" e nasce un po' come una rivoluzione, spiega Alessandro de Lisi di R_inascita, direttore dell'iniziativa costata un milione di euro e realizzata quasi interamente con contributi privati, oltre naturalmente ai prestiti e al sostegno dei musei di Stato. "Ma anche un progetto che non si puo' capire e raccontare se non si tiene conto della bruttezza che c'e' fuori", aggiunge. Tant'e'. La prima cosa, e' che non rimanga un'iniziativa isolata, sottolinea battagliero il direttore degli Uffizi Antonio Natali, che come il collega Fabrizio Vona, oggi direttore regionale in Puglia, ha sposato dalla prima ora l'idea della mostra. "Non credo tanto agli Uffizi 2 a Shangai, credo agli Uffizi 2 a Casal di Principe", si lascia sfuggire il direttore, accolto da una selva di battimani, dopo aver messo i puntini sulle i sul suo concetto di valorizzazione, non proprio in linea con quello del governo. Franceschini non raccoglie. iPhone alla mano, deciso a documentare anche il lavoro degli architetti che hanno trasformato la facciata della villa in una installazione di arte contemporanea, il ministro della cultura si impegna: "E' una bella storia, una scelta intelligente e coraggiosa orgoglio del governo e del Paese. Non finisce qui, questo luogo restera' aperto e noi saremo al vostro fianco", assicura. Lunedi' l'apertura al pubblico, con un biglietto che costa 8 euro ma prevede forti riduzioni per locali, giovani e over 65. L'idea e' di coinvolgere scuole e croceristi, con un pacchetto di viaggio che dovrebbe fare tappa a Casal di Principe, naturalmente by car, visto che qui il treno non arriva. I numeri pero' non sono tutto, ribadiscono gli organizzatori. Ancora piu' importante dell'arrivo dei turisti e' fare breccia sul posto. E soprattutto sui giovani. per loro che si lavora alla rinascita, per far capire, come sottolinea il prefetto di Caserta Carmela Pagano, "che cambiare si puo' e deve esserci un futuro per questa terra". Il prossimo progetto in cantiere, rivela de Lisi, e' sull'immigrazione. E dopo gli Uffizi, si pensa a coinvolgere il Palais di Tokyo di Parigi e Ellis Island. (ANSA).