Bonifiche antiterrorismo e controlli con metal detector domenica all'Olimpico per garantire la sicurezza in occasione del derby Lazio-Roma. Una partita da sempre molto delicata sotto il profilo dell'ordine pubblico, ma che quest'anno è accompagnata dall'allerta terrorismo e dalle proteste delle due curve contro la nuova suddivisione del settore, con i tifosi che hanno ribadito nei giorni scorsi di voler boicottare lo stadio. Il piano sicurezza per il derby è stato messo a punto stamattina durante un tavolo tecnico in Questura. In campo ci sarà personale specializzato nella gestione della folla, reparti addetti alla bonifiche antiterrorismo e controlli con i metal detector. Esordio anche di reparti a cavallo di polizia e carabinieri addestrati per l'ordine pubblico. Si tratta di un nuovo modello organizzativo che viene attuato per la prima volta a Roma. Tutte le operazioni saranno coordinate dal Centro per la gestione della sicurezza dei grandi eventi della Questura e riprese da personale specializzato che trasmetterà le immagini al centro di coordinamento dove saranno prese le decisioni strategiche. Il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha però sottolineato che non ci sono minacce particolari sul fronte del terrorismo in occasione della partita. "Abbiamo sempre detto che viviamo in una condizione di minaccia, ma per fortuna non ci sono situazioni specifiche, puntuali, che ci fanno ritenere una situazione più pericolosa dell'altra, ma l'attenzione deve essere massima - ha detto Gabrielli - Non riceviamo segnali particolari, ma tutto questo non ci consente di abbassare la guardia. C'è gente che ci vorrebbe in qualche modo far male, un'altra cosa è la realizzazione effettiva di questa minaccia e dunque l'attentato". E il prefetto di Roma ha teso la mano anche ai tifosi giallorossi che si riuniranno a Testaccio. "Mi dispiace che i tifosi della Roma non vadano a vedere la partita - ha detto - Se si immagina che la soluzione del problema sia il muro contro muro in cui debbano cedere le istituzioni, mi sembra un po' improbabile". Per il prefetto bisogna invece accettare "l'idea che così com'era la curva non poteva essere gestita e si ritorna allo stadio a tifare, si tratta di rispettare le elementari regole che sono a salvaguardia dell'incolumità delle persone". Ma il leader della Lega Matteo Salvini attacca: "No ai muri interni alle curve delle tifoserie. Sì al gioco pulito e allo sport vissuto con gioia tra tifosi, famiglie e squadre".