Rampling, madre ingombrante e cinica
L'attrice: fare la vecchia non mi dispiace, e' la natura
di Francesco Gallo
ROMA - Difficile gestire madri ingombranti e anaffettive come Elizabeth Hunter (Charlotte Rampling), madri ricche che nella vita hanno rischiato di piu' dei figli i quali ora aspettano solo la loro morte per intascare denaro. E' quello che succede in 'The eye of the storm' di Fred Schepisi, in concorso al Festival internazionale del Film di Roma. Siamo negli anni '70: in una fastosa villa vicino Sidney, la ricca ereditiera Hunter aspetta serenamente, tra momenti di lucidita' e vuoti di coscienza, la morte insieme a uno staff di infermiere, una governante e il suo avvocato che si prestano volentieri ai suoi molti capricci. Per la servitu' e' una vera pacchia, perche' la vecchia donna non manca di generosita' e attinge ai suoi gioielli di famiglia regalandoli a piu' non posso.
L'arrivo dei figli, del tutto intenzionati a interdirla il prima possibile e metterla in uno ospizio, non sembra sconvolgere piu' di tanto Elizabeth. Il maschio, Sir Basil (Geoffrey Rush), e' un attore un po' trombone e vanesio e Dorothy (Judy Davis) e' un algida signora che non si e' mai troppo concessa alla vita. ''Si potrebbe dire che Elizabeth Hunter sia un po' come un re Lear, una donna che ha osato molto durante la sua vita e ha lasciato dietro di se' molte vittime, in particolare i figli che devono pagare i suoi errori'': cosi' Charlotte Rampling ha parlato oggi del suo personaggio. L'attrice (65 anni) ha mostrato di avere grande coraggio nel dare il volto a questa ricca australiana che ha due figli interpretati da due attori poco piu' giovani di lei, Rush (60 anni) e Davis (56 anni).
''E' interessante - ha detto - fare una protagonista che sta morendo e non ha alcun fascino immediato, una matriarca che e' un personaggio difficile e buffo. Ci vuole coraggio per fare un ruolo simile, ma non bisogna pensare all'eta', al tempo che passa, certo vorremmo essere giovani sempre e non invecchiare mai, ma la natura va assecondata. Insomma a nessuno piace interpretare una persona di 15 anni piu' vecchia, ma poi scopri che in fondo tutto questo e' umano''. Nel film, tratto dal romanzo 'L'occhio dell'uragano' di Patrick White, premio Nobel australiano per la letteratura nel 1973, spiega Schepisi, ''ho dovuto fare rispetto al libro un lavoro di scavo, tirando fuori quegli elementi che in fondo sono comuni a tutte le famiglie''.
E ancora la Rampling sul suo personaggio di matriarca: ''Elizabeth vorrebbe dai figli che siano piu' coraggiosi. Che vivano in modo piu' vivace. Probabilmente in questo modo li ha come spezzati. Insomma cerca di renderli piu' forti, ma alla fine sbaglia tutto''. Ruoli che non accetterebbe? ''Ci sono cose che non vorrei mai fare e non faro. Voglio restare sempre nel limite dell'accettabile, non voglio andare oltre certi confini''.