A Tor Bella Monaca, estrema periferia di Roma, si suona il jazz nei locali dalla Booklet Le Torri, la prima libreria aperta in un quartiere dove la cultura difficilmente trova casa. A Fiesole, nel teatro romano, il genio di Enzo Bosso dirige l'orchestra giovanile che suona la quinta sinfonia di Beethoven. Poi ci sono gli appuntamenti nelle carceri, 23 istituti sparsi in tutta Italia, i concerti nelle piazze, nei musei, negli ospedali, sui treni, negli aeroporti, persino in volo sugli aerei di linea.
Torna il 21 giugno la Festa della Musica, quest'anno dedicata all'Inno alla gioia e si annuncia più che mai come festa di popolo, di periferie, di giovani, con 9 mila musicisti impegnati in 608 città d'Italia. Una festa di "tutta la musica", sottolinea il ministro della cultura Bonisoli, "ci dimostra che fare sistema in Italia è vincente". Ad incalzare il ministro, alla sua prima volta come padrone di casa al Collegio Romano, c'è il sorriso gentile del grande Ezio Bosso, che cita Claudio Abbado e ricorda che la musica è valore, "ci salva la vita". Poi richiama l'articolo 9 della Costituzione e sembra ammonire: "Siamo gli unici ad avere questo articolo meraviglioso che mette insieme il paesaggio e il suono delle persone", ricorda che l'inno alla gioia di Beethoven è in realtà "un inno alla gioia dell'amicizia e della condivisione", strizza l'occhio al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, arrivato per presentare la festa dei giovani che si apre il 16 giugno nel capoluogo siciliano insieme con Manifesta, la biennale nomade ("A Palermo la diversità non è un ostacolo al dialogo - dice - Se non si fosse capito, noi a Palermo siamo dalla parte dei migranti"). Il pubblico di casa, fitto fitto di operatori del settore, lo ringrazia con una fragorosa standing ovation. Bonisoli sorride, incassa, sembra apprezzare. Sui migranti, chiarirà dopo con i cronisti, "non è vero che il governo ha due volti, Salvini ha chiarito".
Tant'è, gli organizzatori ricordano le decine e decine di occasioni che aprono la festa - che tra i suoi sponsor ha la Siae- dai giovani artisti liguri che a Genova si esibiscono nella casa dei cantautori ancora in fase di allestimento, all'astronomo Gianluca Masi che a Roma, nelle aule del Liceo Mamiani, parlerà di musica "dalle stelle". In Piemonte, nel Parco reale della Certosa di Collegno, c'è la Banda Osiris con un live di ortaggi "suonati e ascoltati". In Calabria tanta musica a bordo di due treni. A Grosseto parte "l'edicola acustica", un'edicola di giornali che ogni sabato mette elettricità e microfoni a disposizione dei musicisti offrendo anche una diretta Facebook. E ancora il jazz di Giampaolo Casati che in accordo con Volotea si esibirà per i passeggeri del volo Genova-Palermo. Gli aeroporti dell'Enac, da Malpensa a Trapani che ospiteranno concerti, note per tutti persino in 250 punti vendita Carrefour, negli istituti dell'Italia all'estero, nei punti luce di Save The Children, in 44 luoghi della cultura pubblica gestiti dal Mibact. Ad Ascoli Piceno andrà in scena un omaggio ad Abreu "che ha fatto tanto per la musica nelle periferie", a Roma sul Tevere un battello si trasformerà in palco per festeggiare gli 80 anni di Edoardo Vianello.
Tanti artisti diversi e tanta musica diversa, ma tutti - avvertono gli organizzatori - alle 21 si fermeranno per suonare a modo loro l'Inno alla gioia. "Questo è solo l'inizio - commenta Bonisoli - possiamo fare di più, possiamo arrivare in più periferie, ma la direzione è quella giusta. Dopodiché certo, viviamo nel mondo reale, c'è la questione delle risorse, ma è vero anche che la cultura è troppo importante perché possa essere gestita solo dal punto di vista economico. C'è il tema dell'accesso per tutti, piuttosto, che per me è di fondamentale importanza". /p>