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Eder all'Inter: "Sono pronto per il derby"

"Inter ha dimostrato che può vincere scudetto anche senza di me"

Ha varcato l'ingresso della Pinetina da poche ore, ma Eder si propone già per il derby e pensa allo scudetto: "Sono pronto, sto bene fisicamente e sono a disposizione di Mancini. L'Inter ha dimostrato di poter vincere il titolo anche senza di me". Umiltà e sicurezza di un giocatore che ha dovuto aspettare la soglia dei 30 anni prima di arrivare in un grande club. Un traguardo che lo rende orgoglioso e lo ripaga dei sacrifici fatti nella lunga gavetta. Avrebbe potuto scegliere il Leicester di Ranieri e cullare il sogno di vincere in Premier League, ma quando ha ricevuto la chiamata di Mancini, un uomo che ha fatto la storia della Sampdoria come lo stesso Eder, non ha avuto dubbi: "Ho capito di poter restare in Italia e andare in una grande squadra". L'Inter lo ha acquistato dalla Sampdoria in prestito biennale con diritto di riscatto condizionato a 13 milioni bonus compresi, accontentando subito Mancini. Eder, dopo le visite ha firmato un contratto fino al 2020 con la stretta di mano di Bolingbroke a suggellare il trasferimento. "E' un giocatore di qualità che darà una nuova dimensione al nostro gioco e sarà una soluzione in più per Roberto Mancini", sottolinea il Ceo dell'Inter. Il mercato nerazzurro potrebbe però non essere ancora finito, restano aperte le trattative con Soriano e Banega per rinforzare il centrocampo almeno a giugno. L'arrivo di Eder riporta entusiasmo nell'ambiente nerazzurro dopo settimane difficili sia in campo che fuori. Prima il litigio tra Sarri e Mancini, poi il deludente pari col Carpi e infine la pesante sconfitta in Coppa Italia contro la Juventus. Ora però il tecnico nerazzurro può contare su un attaccante prolifico (ha già segnato dodici reti) e soprattutto pronto a mettersi a disposizione della squadra. "Penso sì ai gol - conferma Eder - ma anche al sacrificio per la squadra. Mi piacciono giocatori come Callejon che ha segnato un solo gol ma fa molto per la squadra e il Napoli è primo in classifica. Sono qui per dare il mio contributo e non sento la pressione. Non mi importa se sono io a segnare, conta solo che l'Inter vinca". Musica per le orecchie del tecnico che ha criticato Jovetic e Icardi perché troppo isolati dalla manovra. Per questo potrebbe schierarlo già nel derby di domenica, a discapito dell'ex City, ormai sempre più ai margini del progetto nerazzurro. Eder, però, non vuole confronti e risponde con diplomazia a chi gli chiede se sarà lui a far coppia con Icardi: "Decide Mancini, ci sono anche Jovetic, Ljajic e Palacio che stanno facendo bene. La forza di una grande squadra è avere sempre tutti pronti a dare il massimo". L'attaccante fa già gruppo, non chiede subito spazio come aveva fatto Jovetic al suo arrivo. E la differenza tra i due giocatori è evidente. Il montenegrino arrivato dal City, si è preso la maglia numero 10 pretendendo di essere un punto di riferimento. Eder approda quasi in punta di piedi, indossando il numero 23 solo dopo averlo chiesto a Ranocchia ceduto alla Samp: "Mi ha sempre portato fortuna, l'ho scelto quattro anni fa quando sono arrivato a Genova, leggendo quel numero su un cartello". L'ex blucerchiato parla dell'Inter come di una "grande responsabilità", una opportunità da cogliere grazie a Thohir e al club. Il coronamento di un sogno, iniziato quando arrivò alla Sampdoria dove capì "di dover lavorare più seriamente e mangiare meglio. Sono maturato, arrivavo un'ora prima all'allenamento e andavo via un'ora dopo la fine. Facendo così i risultati arrivano". E forse arriveranno anche per l'Inter.

 

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