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Referendum
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Referendum, Renzi: 'Se perdo non è problema per me, ma per gli italiani'

'Se perderò il referendum - dice il premier - non sarà un problema per me. E' un problema per le nuove generazioni di italiani perche' e' la perdita di un'opportunità'.

Redazione ANSA ROMA

"La mia idea e' dare semplicita' all'Italia". E' uno dei modi in cui il premier Matteo Renzi spiega il referendum che si terra' in Italia il prossimo 4 novembre a Charlie Rose, storico giornalista americano che lo ha intervistato per la trasmissione di approfondimento '60 minutes' in onda sulla Cbs. Durante la conversazione si e' parlato anche della vittoria di Donald Trump eletto presidente negli Stati Uniti, un fatto che Renzi ha ammesso essere stato per lui "una sorpresa", raccontando poi di aver chiamato il presidente eletto. Il tema e' stato affrontato pero' brevemente, il resto dell'intervista - condotta a Palazzo Vecchio a Firenze - e' stato infatti dedicato alla prossima scelta degli italiani.

"L'Italia e' incredibile - ha spiegato il premier - perche' e' un Paese con 950 parlamentari. Il doppio che negli Usa". Questo referendum, ha aggiunto, "non e' un referendum per cambiare la democrazia in Italia, ma per ridurre la burocrazia in Italia. Il nostro sistema e' nelle mani della burocrazia: tutto e' difficile, tutto e' complicato. La mia idea e' dare semplicita' all'Italia. Io - assicura - non sono come i vecchi politici italiani che hanno mantenuto la poltrona per molte decadi. Quindi, se perderò il referendum non sarà un problema per me. E' un problema per le nuove generazioni di italiani perche' e' la perdita di un'opportunità.  Questo non e' un referndum che cambia la democrazia ma che riduce la burocrazia. L'Italia è il peggior Paese per burocrazia nel mondo".

Sollecitato poi sulle critiche di aver 'personalizzato' il referendum, Renzi ha risposto con un'ammissione di colpa: "Si', e' stato un mio errore all'inizio, riconosco l'errore. Sono un uomo, posso commettere degli errori". Poi pero' ha insistito, sottolineando di credere nella sua scelta per la riforma: "Dopo due anni e mezzo a Roma da premier sono assolutamente sicuro del ruolo potenziale del mio Paese", ha detto. Quindi ha concluso: "Con il si' l'Italia da' il via al futuro. Perche' negli ultimi vent'anni l'Italia ha discusso solo del passato. Il passato e' meraviglioso. Ma l'Italia non e' solo un museo. L'Italia non e e' solo il passato. Questo e' il punto".

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