E' caccia agli indecisi a quindici giorni dal referendum del 4 dicembre, quando inizia il periodo in cui non possono più essere pubblicati i sondaggi. Proprio le rilevazioni rese note oggi dai quotidiani, seppur assai diverse l'una dall' altra, danno tutte in vantaggio il No, anche se c'è una vasta area di indecisi. Tale situazione, ha annunciato Banca d'Italia, produrrà nei prossimi giorni una alta "volatilità" nei mercati, di cui è stato un assaggio il balzo dello spread di 60 punti base, da 120 a 180. In questo contesto si scatenano gli scenari specie per una eventuale vittoria del "no".
I sondaggi pubblicati oggi riportano forbici di vantaggio del No sul Sì assai diverse. Dai 10 punti di Ipsos (Corriere della Sera), ai 7 di Demos (Repubblica) ai cinque di Euromedia (Messaggero) ai 3 di Demopolis (ancora Messaggero). Cosa che fa esultare il fronte del No con Renato Brunetta, Matteo Salvini, Alessandro Di Battista. Maurizio Landini dice che festeggerà mangiando cappelletti in brodo per l'uscita di scena del "genio fiorentino". L'unico a esortare alla cautela è Roberto Calderoli.
Sul fronte del Sì si ostenta ottimismo, innanzi tutto sulla base dei recenti sondaggi sbagliati su Brexit, sulle elezioni Usa e, andando più indietro, su varie tornate italiane (2006, 2013, europee del 2014), come hanno sottolineato Matteo Renzi, Pieferdinando Casini o i ministri Stefania Giannini e Carlo Calenda. Su un secondo motivo insiste Renzi: "vedo la partita totalmente aperta in ragione degli indecisi. Sono convinto che la maggioranza silenziosa degli italiani sappia scegliere sulla base del quesito".
In effetti i sondaggi danno percentuali di indecisi assai diverse: per Ipsos sono il 12%, mentre per Demos o Demopolis sono addirittura il 25%. Senza contare che tutte le rilevazioni danno un tasso di astensione che sfiora il 50%. Un argomento che potrebbe far propendere per il Sì gli indecisi sarà l'altalena dei mercati finanziari man mano che ci si avvicina al 4 dicembre, di cui si cominciano ad avere le avvisaglie, e preannunciata oggi da Bankitalia. Proprio per tale annuncio Palazzo Koch ha subito gli strali di Maurizio Gasparri e Renato Brunetta, finora destinati alla serie tv del commissario Schiavone.