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Tangenti: Grandi opere; Incalza ottiene arresti domiciliari

Ieri altri due arresti nell'ambito dell'inchiesta

 Ercole Incalza , l'ex top manager delle Infratrutture coinvolto nell'inchiesta della Procura di Firenze sulle Grandi Opere, ha ottenuto gli arresti domiciliari. Ieri, intanto ci sono stati altri due arresti da parte del Ros nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti per le Grandi Opere: ai domiciliari sono finiti due imprenditori, Salvatore Adorisio e Angelantonio Pica, accusati di corruzione in concorso con Incalza

L'ordinanza di custodia cautelare, eseguita stamani dai carabinieri del Ros, è stata emessa il 31 marzo dal gip del tribunale di Firenze, su richiesta della Procura che indaga sulle tangenti per le Grandi opere. Adorisio e Pica ricoprono gli incarichi, rispettivamente, di presidente del Cda e di amministratore delegato della 'Green field System srl', società ritenuta costituita, secondo l'accusa, per "mediare i rapporti di natura corruttiva fra Pertotti, Incalza e Pacella, con l'erogazione di somme di denaro per questi ultimi due". A Perotti sarebbe stato invece garantito, quale contropartita, l'affidamento di incarichi di direzione lavori per numerose grandi opere infrastrutturali rientranti nella competenza della Unità Tecnica di Missione Grandi Opere del Ministero delle Infrastrutture, di cui Incalza era a capo. 

Intanto sono cominciati, ieri, nel carcere napoletano di Poggioreale, gli interrogatori per l'inchiesta sulla metanizzazione di alcuni Comuni dell'isola d'Ischia e che ha visto coinvolti i vertici della società CPL Concordia e il sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino. Davanti al gip e al pm sfileranno oggi quattro indagati. Altri quattro saranno ascoltati domani. Il sindaco di Ischia è difeso dagli avvocati Genny Tortora e Alfonso Furgiule. 

La cooperativa si difende: "la nostra non è una storia criminale". "Quando si parla di 'strategia aziendale criminale' - si legge in una nota della società - o di 'corruzione elevata a sistema' non si tiene conto della realtà di una storia imprenditoriale che in 116 anni ha prodotto lavoro e sviluppo per migliaia di persone in Italia e nel mondo. A conferma della coerenza e dei valori che caratterizzano il corretto operato di CPL Concordia, la cooperativa ha sospeso dagli incarichi e revocato le cariche in CPL e nelle società del Gruppo per le persone indagate". "La società CPL Concordia e i suoi 800 soci non si riconoscono nell'immagine distorta che gli organi di informazione e parte dell'opinione pubblica stanno raffigurando". E precisa "che l'ex Presidente Roberto Casari dallo scorso mese di gennaio 2015 non ricopre più alcuna carica né nella cooperativa né nelle società del Gruppo. Francesco Simone non è mai stato dipendente della cooperativa, né di alcuna società del gruppo e non ha mai ricoperto alcuna carica ma ha esclusivamente svolto in passato attività di consulenza. E' opportuno ricordare che CPL Concordia non è né "rossa" né "bianca": è una cooperativa che si fonda sul lavoro di 1800 persone. Non è qualcosa di diverso o di anomalo rispetto alla storia economica italiana, come si vorrebbe far intendere; è il frutto del sudore e della fatica di centinaia e centinaia di lavoratori che insieme l'hanno costituita e che contribuiscono tutti i giorni a fare grandi opere, innovazione e creare lavoro vero".
   

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