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Inchiesta Ischia: ex sindaco, nessun atto a favore Concordia

Mai stato in Tunisia, appalto dato quando non ero ancora sindaco

Interrogatori di garanzia a Poggioreale per gli indagati dell'inchiesta sulla metanizzazione di Ischia che ha portato alle dimissioni inl sindaco Giuseppe Ferrandino. Il primo cittadino dell'isola, nega qualsiasi addebito nei suoi confronti. Intanto il Movimento cinque stelle è a Napoli e va all'attacco chiedendo di "fare luce sull'intreccio tra coop e politica".

Ferrandino, nessun atto a favore coop Concordia - Non ha compiuto nessun atto contrario ai suoi doveri e, in particolare, in riferimento all'appalto per la metanizzazione. Non è mai stato in Tunisia e ha saputo solo a cose fatte che il fratello aveva ricevuto un incarico di consulenza presso la cooperativa CPL Concordia. Così, il sindaco di Ischia (Napoli), Giuseppe Ferrandino, ha replicato alle accuse contestategli nell'ordinanza di custodia emessa nell'ambito dell'inchiesta sulla metanizzazione nell'isola. Assistito dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Gennaro Tortora, il sindaco ha risposto per circa due ore alle domande del gip Amelia Primavera e dei pm Celeste Carrano, Giuseppina Loreto e Henry John Woodcock. A proposito della convenzione dalla Concordia con l'albergo Le Querce di Ischia, il sindaco ha sostenuto di non avere alcun rapporto con l'albergo di cui non è né socio, né gestore. Quanto al viaggio in Tunisia che, secondo una intercettazione, gli sarebbe stato pagato dai vertici della coop, Ferrandino ha affermato di non avere mai messo piede in vita sua nel paese nordafricano. Ha inoltre sostenuto di avere saputo della consulenza affidata al fratello Massimo dalla coop, solo a cose fatte.

Cav intercettato, vogliono arrestarmi su ordine Napolitano - Nelle carte dell'inchiesta di Napoli sulle tangenti a Ischia spunta anche il nome di Silvio Berlusconi. Questi al telefono "dice - annotano i carabinieri in una informativa - che i giudici, anche su ordine del Capo dello Stato (all'epoca Giorgio Napolitano - ndr), aspettano soltanto un suo passo falso per avere la scusa ed arrestarlo". Gli investigatori riassumono così una telefonata dell'11 maggio dello scorso anno tra l'ex parlamentare Amedeo Laboccetta, il cui telefono era sotto controllo, e l'ex premier.

Legacoop all'attacco - "Vedo che il Signor Luigi Di Maio continua a farneticare su questioni che non conosce e delle quali dovrà rendere conto. Spero che almeno abbia il coraggio di non trincerarsi dietro l'immunità parlamentare": Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, replica alle dichiarazione del deputato M5S Luigi Di Maio. "Con le sue dichiarazioni, rilasciate anche dopo l'estemporanea visita alla Procura di Napoli, offende migliaia di soci e lavoratori, offende una storia, offende una parte importante del nostro Paese per meschini calcoli politici. "Le cooperative e i propri soci - prosegue Lusetti - sono quelle che gestiscono in tutt'Italia i beni confiscati alle mafie, sono quelle che garantiscono a milioni di persone un lavoro e sono quelle che con la loro presenza capillare rappresentano un fattore di coesione sociale e di sviluppo". "Il Signor Di Maio, anche per il suo ruolo istituzionale, dovrebbe sciacquarsi la bocca prima di parlare di noi. Le scuse non bastano, ci dispiace dover dare del lavoro alla magistratura che ha cose ben più importanti di cui occuparsi, ma abbiamo denunciato il signor Di Maio per il cumulo di falsità e offese che ha scritto sulla sua pagina Facebook e che ha replicato oggi".

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