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Bombe Ny, afghano Rahami odiava l'America e i gay

L'arresto e' avvenuto a Linden, in New Jersey, dopo una sparatoria in cui il sospetto e due agenti sono rimasti feriti

L'Fbi ha diffuso le immagini dei due uomini che sabato scorso a Manhattan hanno preso la borsa contenente la bomba che non è esplosa nella 27/ma strada. Il Federal bureau of investigation è interessato a parlare con loro, ritenendolo "testimoni", e non "sospetti", nell'ambito delle indagini su Ahmad Khan Rahami, il giovane americano di origini afghane accusato delle bombe a New York e in New Jersey.

Ammirava Osama Bin Laden e voleva il martirio Ahmad Khan Rahami, il giovane americano di origini afghane ora formalmente incriminato per le bombe di New York e in New Jersey con l'accusa di aver usato armi di distruzioni di massa. E' quanto emerge da alcuni stralci del suo diario scritto a mano allegati ai primi documenti dell'inchiesta, mentre affiorano le prime perplessita' sui controlli dell'Fbi.

Appunti che confermano i timori di una sua radicalizzazione e del suo anti americanismo. Ma anche l'ingenua convinzione di non essere scoperto, come dimostrano l'acquisto su eBay di alcuni componenti degli ordigni e il video delle sue ciniche prove d'attentato, con tanto di risate. Dal diario vien fuori che Rahami preferiva morire come martire piuttosto di essere catturato e sperava che il rumore delle bombe si sentisse forte per un miglio.

Ahmad Rahami, l'uomo arrestato per le bombe in New Jersey e a New York, odiava l'America e i gay. Lo afferma, in un'intervista a FoxNews, Maria, la madre della figlia di Rahami. Maria, di cui FoxNews non diffonde il cognome, ha incontrato Rahami al liceo. ''Parlava spesso della cultura occidentale e di come, nel suo paese, era diverso. Di come non c'erano omosessuali in Afghanistan''. Rahami, riferisce Maria, e' rientrato da uno dei viaggi in Afghanistan, durante il quale gli e' stato fatto il ''lavaggio del cervello'', con una moglie e un altro figlio.

Rahami è stato formalmente accusato di tentato omicidio. Al momento resta in ospedale dopo essere rimasto ferito nella sparatoria con agenti di polizia a Lindend, in New Jersey, che ha preceduto il suo arresto. Non sono invece state ancora formalmente presentate le accuse a livello federale relative alle esplosioni. Stando ad alcune fonti, Rahami non sta collaborando con gli inquirenti. Intanto si apprende che nel 2014 dal Pakistan aveva chiesto aiuto affinché fosse concesso un visto per gli Stati Uniti a sua moglie incinta e in possesso di un passaporto pachistano scaduto. Lo riferiscono diversi media americani. Non è chiaro se la donna abbia poi ottenuto il visto e sia mai entrata negli Stati Uniti.

Il film della giornata di ieri - New York vive un'altra giornata ad alta tensione, ma alla fine tira un sospiro di sollievo. L'arresto di un sospettato di 28 anni di origini afghane, dopo una caccia all'uomo durata per ore, pone fine a uno stato di allerta senza precedenti dopo gli attentati dell'11 settembre. Soprattutto dopo una nuova notte di paura: stavolta in New Jersey, con cinque 'tubi bomba' trovati in uno zainetto nei pressi della stazione di Elizabeth, sui binari della linea ferroviaria che collega Manhattan all'aeroporto internazionale di Newark. Potevano causare un disastro, ammettono gli investigatori. Invece tutto si e' per fortuna risolto con l'esplosione di uno degli ordigni mentre gli artificieri tentavano di disinnescarlo con un robot. Un episodio che ha paralizzato per ore la circolazione ferroviaria, bloccando decine di migliaia di pendolari che ogni mattina transitano tra New York e il vicino New Jersey. "Non cederemo alla paura. L'America non si arrendera'", e continuera' a portare avanti la lotta contro il terrore, ha promesso ancora una volta il presidente americano Barack Obama, che ha seguito gli ultimi sviluppi proprio da New York, dove si trova insieme a decine di altri leader mondiali per l'Assemblea generale dell'Onu. Tutti gli episodi - ha spiegato l'Fbi in una conferenza stampa - sarebbero collegati tra loro. E, a questo punto, sembrerebbero opera di un 'lupo solitario'. "Al momento non stiamo cercando nessun altro", assicura il sindaco Bill de Blasio. Il governatore dello stato di New YorK, Andrew Cuomo, aveva parlato di possibili legami col terrorismo internazionale. Ma al momento nulla trapela sul reale movente. 

Esplosione a New York, il racconto in foto

E se la pista islamica e' una delle più seguite dagli investigatori, per ora non sarebbe emerso alcun elemento che la confermi davvero. Mentre per ore si era temuto il piano di una vera e propria 'cellula del terrore'. Ma anche le cinque persone fermate nella notte ad un posto di blocco nei pressi del ponte di Verazzano (che collega Brooklyn a Staten Island) ed interrogate per ore dagli agenti dell'Fbi sono state alla fine rilasciate. Le indagini, comunque, sono ancora in corso, e fino a che non saranno del tutto concluse - sottolineano gli investigatori - non si puo' escludere nulla. L'arresto di Ahmad Kahn Rahami e' avvenuto a Linden, in New Jersey, dopo una sparatoria in cui il sospetto e due agenti sono rimasti feriti. A tradire l'uomo le impronte lasciate sul secondo ordigno inesploso rinvenuto domenica notte a Chelsea, nel cuore di Manhattan, dopo lo scoppio della prima bomba che ha ferito 29 persone. Una volta identificato, grazie alle tracce lasciate sulla pentola a pressione imbottita di schegge metalliche e di una potente miscela esplosiva, l'uomo e' stato poi riconosciuto nei filmati girati dalle telecamere di sorveglianza sui luoghi in cui i due congegni erano stati piazzati. La fuga di Ahmad - residente proprio a Elizabeth dove i genitori hanno un ristorante - si e' conclusa dopo che polizia ed Fbi avevano diffuso la foto dell'uomo e lanciato un allerta sui telefonini di tutti i residenti dell'area di New York, invitati a chiamare i numeri di emergenza qualora il ricercato fosse individuato. Resta ora da accertare se il movente di Rahami, che sara' interrogato nelle prossime ore, sia effettivamente quello religioso. Per il momento non si conosce una sua possibile radicalizzazione, e non si hanno notizie di suoi contatti con elementi del terrorismo islamico all'estero. Le sue gesta, inoltre, non avrebbero nulla a che vedere - come dichiarato da Obama - con l'episodio dell'accoltellamento di diverse persone in un mall del Minnesota, rivendicato dall'Isis.


L'attentato in uno dei quartieri piu' affollati e vivi di Manhattan la zona di Chelsea 

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