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'Nessuna forza ci può dividere', lo storico vertice tra Cina e Taiwan

Incontro inizia con una stretta di mano tra i leader

E' cominciato a Singapore lo storico incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e quello taiwanese Ma Ying-jeou. E' il primo faccia a faccia tra un leader della Repubblica Popolare Cinese e uno della Repubblica di Cina, il nome ufficiale di Taiwan da quando - nel 1949 - gli esponenti del Partito Nazionalista si rifugiarono sull'isola dopo essere stati sconfitti nella guerra civile dai comunisti guidati da Mao Zedong. I due leader si sono stretti la mano prima di cominciare il colloquio.

"Nessuna forza può separare" Cina e Taiwan, ha affermato il presidente cinese Xi Jinping, incontrando il presidente di Taiwan Ma ying-Jeou. Xi ha aggiunto "Siamo una sola famiglia". Il leader cinese, citato dalla tv di Stato Cctv, ha aggiunto che i popoli "delle due sponde dello Stretto di Taiwan sono una sola famiglia". "Il sangue - ha aggiunto il leader cinese - è più denso dell'acqua". Il presidente taiwanese Ma Ying-jeou, secondo agenzia Ap, ha detto che "entrambe le parti devono rispettare i valori e il modo di vivere dell'altro".

"Siamo qui per evitare che si ripetano le tragedie del passato". La Cina non ha missili puntati su Taiwan. E' quanto il presidente cinese Xi Jinping ha detto nel corso del suo incontro col leader taiwanese Ma Ying-jeou, secondo quanto ha riferito lo stesso Ma in conferenza stampa al termine dell'incontro a Singapore.

Taiwan a Xi, proposta in cinque punti - Secondo l'agenzia taiwanese Central News Agency il presidente di Taiwan Ma Ying-jeou ha presentato al collega cinese Xi Jinping una proposta in cinque punti per migliorare le relazioni "tra le due sponde dello Stretto di Taiwan", l' espressione usata per evitare che si possa pensare ad un riconoscimento formale dell' altra parte. Il punto principale è la creazione di una "hotline" tra le due agenzie che si occupano delle relazioni tra le due sponde.

L'ultimo incontro tra i massimi dirigenti delle due parti vide come protagonisti lo stesso Mao e il leader nazionalista Chiang Kai-she e avvenne nel 1945 a Chongqing, allora capitale della Cina appena liberata dall'occupazione giapponese. Pechino considera Taiwan una provincia ribelle che prima o poi dovrà essere riunita alla madrepatria e nel 2005 si è data una legge che la obbliga a intervenire militarmente in caso l'isola prenda misure decisive per avvicinarsi all'indipendenza. Taiwan è dal 1996 una piena democrazia e il Guomindang si alterna al potere con il Partito Democratico Progressista (Dpp), che non ha mai riconosciuto l'appartenenza dell'isola alla Cina.
Esponenti del Dpp hanno severamente criticato il comportamento di Ma che, hanno affermato, "non rappresenta la volontà del popolo". Ma Ying-jeou è al termine del suo secondo mandato presidenziale e la legge elettorale taiwanese gli impedisce di ripresentarsi. I sondaggi sono concordi nell'indicare nella candidata del Dpp Tsai Ing-wen la favorita alle elezioni presidenziali che si terranno a Taiwan il prossimo 16 gennaio. L'opposizione ritiene che il vertice non sia altro che un tentativo del Guomindang di guadagnare terreno con la complicità del governo di Pechino.
 
   

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