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Scandalo Oxfam: sotto accusa numero 1 della ong. Presidente Haiti: 'E' una vergogna'

Parla una 'talpa', insabbiati altri casi molestie anche in Gb

"Non c'è nulla di più vergognoso di un predatore sessuale che usa come copertura una catastrofe per sfruttare i vulnerabili nei loro momenti più indifesi, quanto accaduto è una violazione della decenza umana basilare". Lo ha detto il presidente di Haiti, Jovenel Moise in merito allo scandalo sessuale che ha coinvolto Oxfam per il comportamento del suo staff nel corso della crisi umanitaria nell'isola caraibica.

Emergono nuove accuse nello scandalo sessuale di Oxfam e nel mirino finisce il numero uno dell'organizzazione umanitaria, il chief executive Mark Goldring. Sul Times gli viene infatti imputato di essere stato messo a conoscenza in prima persona di altri asseriti abusi segnalati (in tempi più recenti) dall'ex garante interna per la tutela delle norme di comportamento Helen Evans, diventata una "talpa" nella vicenda, ma di averli ignorati.

Si tratta di episodi come le sospette molestie compiute contro una volontaria 14enne da parte di un dipendente adulto in uno dei negozi gestito dall'associazione nel Regno Unito per autofinanziarsi o come il presunto stupro di una donna da parte di un operatore in Sud Sudan. La Evans, che ha occupato il suo ruolo dal 2012 al 2015, ha affermato anche in una intervista televisiva che Goldring e i vertici di Oxfam avevano cancellato un incontro per discutere degli abusi compiuti dai funzionari della ong. Ieri si era dimessa la numero due dell'organizzazione, Penny Lawrence, ma la sua 'testa' potrebbe non essere l'unica a cadere.

La Commissione europea ha "un approccio di tolleranza zero verso qualsiasi accusa di cattiva condotta da parte di organizzazioni che ricevono i nostri fondi. In questo caso specifico ci aspettiamo che Oxfam chiarisca in pieno tutte le accuse con la massima trasparenza, in modo urgente. Siamo pronti a rivedere, e se ce n'è la necessità a cessare i fondi a qualsiasi partner che non rispetti gli alti standard etici". Così una portavoce dell'Esecutivo comunitario. 

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