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Catalogna, l'Ue: 'Le misure di Madrid rientrano nella Costituzione'

Indipendentisti: 'Sessione Parlamento giovedì'

La Commissione Ue "rispetta l'ordine costituzionale e giuridico spagnolo e le misure" in questione adottate sabato dal governo di Madrid "rientrano in questo" quadro. Così il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas a chi gli chiedeva se le misure del governo spagnolo nei confronti della Catalogna non violino i principi dello stato di diritto.

"Sono contro tutti i separatismi in Europa. Quindi non amo quello che si fa in Catalogna" pur rispettando l'espressione delle identità delle regioni, ha detto il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Ricordando il ruolo del Comitato delle Regioni Ue, Juncker ha detto: "Tra 20-30 anni i grandi match economici non saranno più" tra Paesi, "ma tra le regioni, che dobbiamo dotare di mezzi affinché possano arrivare ad affermare le loro identità e far valere i loro interessi economici", ma no all'indipendentismo.

I partiti indipendentisti che hanno la maggioranza assoluta nel Parlamento catalano hanno chiesto all'ufficio di presidenza di tenere giovedì mattina una seduta dedicata alla risposta da dare all'attivazione da parte di Madrid dell'articolo 155. L'ufficio di presidenza si riunirà di nuovo in giornata per confermare la data. Secondo i media, durante la riunione potrebbe essere proclamata la Repubblica.

"Sia chiaro: nessun paese europeo riconoscerà la Catalogna come paese indipendente": lo ha affermato il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani in un passaggio del suo intervento alla festa del Foglio.

Intanto è scontro frontale fra Madrid e Barcellona: il premier spagnolo Mariano Rajoy ha annunciato il commissariamento della Catalogna, con misure durissime per bloccare la corsa verso l'indipendenza della regione ribelle. Una decisione che il governo catalano denuncia come "un colpo di Stato", il peggiore attacco alla Catalogna, ha risposto il president Carles Puigdemont, dai tempi del dittatore Franco, annunciando la convocazione nei prossimi giorni del Parlament per decidere le misure da prendere. Probabilmente proclamerà la 'Repubblica', rischiando l'arresto.

Una riunione straordinaria del consiglio dei ministri spagnolo ha già attivato nei giorni scorsi contro la Catalogna l'articolo 155 della Costituzione post-franchista mai usato finora, per destituire Puigdemont e tutto il Govern, prendere il controllo dell'amministrazione, dei conti della Generalità, di polizia, Radio-Tv pubblica. Il Parlamento è di fatto esautorato fino alla convocazione 'coatta' di nuove elezioni entro sei mesi. Rajoy si è attribuito le competenze esclusive di Puigdemont per sciogliere il parlamento e convocare le elezioni. Una mossa che ha suscitato seri dubbi fra i costituzionalisti. Il pacchetto di misure - con l'appoggio di Psoe e Ciudadanos - passa al Senato controllato dal Pp di Rajoy. Il via libera è previsto per il 27 ottobre.

Il pugno durissimo di Rajoy sulla Catalogna ha suscitato una tempesta di critiche. Il partito di Puigdemont ha denunciato "un colpo di Stato contro il popolo di Catalogna". Podemos si è detto "sotto shock" per una "sospensione della democrazia in Catalogna e in Spagna". Il sindaco di Barcellona Ada Colau ha parlato di "offensiva autoritaria contro tutta la Catalogna". I soci del Barcellona Calcio, riuniti in assemblea, hanno accolto l'annuncio di Rajoy al grido di "Llibertat! Llibertat!".

"Un giorno tristissimo per la democrazia" ha detto Pep Guardiola. In tutta la Catalogna dai Pirenei alla Costa Brava una 'cacerolada' spontanea ha accolto l'annuncio di Madrid.

L'arresto dei leader indipendentisti Jordi Sanchez e Jordi Cuixart per 'sedizione'

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