Di canuto, il quasi settantenne Steven Tyler (O Stefáno Tallarico, come si é presentato lui stesso alla folla) si é lasciato solo un vezzoso ciuffo bianco da Crudelia Demon del rock n' roll. Per il resto il folletto, saltimbanco e soprattutto frontman degli Aerosmith dimostra al massimo 25 anni d'età: fisico asciuttissimo, salti e piroette, voce stellare, senza mezza sbavatura. Tanto per ribadire la sua eterna 'discolitudine', si presenta sul palco con un bacio di rossetto vermiglio stampato su una guancia: al suo fianco, il mago delle sei corde Joe Perry, un po' più sobrio, in pantaloni di pelle nera, rayban e Borsalino ben calcato in testa. Ed é subito visibilio elettrico per i quasi cinquantamila fan assiepati all'ippodromo del Visarno di Firenze per il megaparty imbastito dai beniamini rock di Boston: in unica data italiana, mancavano dalla penisola da tre anni (l'ultima volta, sempre in data unica a Milano). Uno show sfavillante, atletico, di poco meno di due ore ed incentrato su tutte le superhit degli album che segnarono il loro ritorno al successo, dopo un periodo di crisi e oscuramento, tra la fine degli Ottanta e l'inizio dei Novanta: colossi di vendite come Pump, Permanent Vacation e Get a Grip. É il groove boombastico di Rag Doll a gasare subito il pubblico; da lì in poi gli Aerosmith premono solo sull' acceleratore, con classiconi del calibro di Living on the Edge, Love in a elevator, Janie's got a gun, Cryin, Dude. Rispolverano con grazia affilatissima gemme dei primi anni 70 come Sweet emotion, una delle loro prime hit, e Chip away the stone; i telefonini scattano su a legioni per l'obbligatorio video sulla zuccherosità di I don't wanna miss a thing, e c'é tempo pure per una carichissima cover della beatlesiana Come together. Poi Tyler e co non si fermano più: gigioneggiano improvvisando su un blues (con Steven che suona nell'armonica e strilla e Perry che scimmiotta Hendrix suonando con la chitarra dietro la schiena).
Sullo schermo passano le immagini fresche del chitarrista che bivacca birra e sigarette sul sagrato del Duomo (chissà che direbbe 'il sindaco 'idrantista Nardella ) e il bis é necessariamente con la semi rappata Walk this way e la superballad Dream on (Steve al piano, e Joe, sopra, per l'ultimo assolo). Chiude una coriandolata finale ed Happy birthday formato 50mila voci per il 67esimo compleanno del batterista Joe Kramer. Una festa grande per il rock n' roll.(ANSA).