Un inno che è più di un coro da stadio, tra liturgia e identità, orgoglio e struggimento: You'll never walk alone è la colonna sonora di una squadra, il Liverpool, che non si arrende mai, protagonista di rimonte entrate di diritto nella storia del calcio. Come quella di ieri contro il Borussia Dortmund, discesa all'inferno e ritorno: 0-2, poi 1-2, poi 1-3, e a salire la scalata fino al 4-3 della vittoria e della qualificazione, al minuto 93': roba da far impazzire anche la tifoseria dei Reds, pure abituata a imprese impossibili. Anche per questo, nonostante non vincano un titolo nazionale ormai dal 1991, i Reds restano uno dei club con il maggior seguito in Inghilterra, e non solo.Merito del potere di Anfield, una bolgia di entusiasmo e frastuono; del fascino della Kop, probabilmente la curva calcistica più calda al mondo; di una gloriosa storia che annovera sì coppe e trionfi, ma anche tragedie immani, come l'Heysel (VAI) e Hillsborough (VAI).
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— Liverpool FC (@LFC) 15 aprile 2016
Klopp: "Rimonta meritata e con carattere" - VIDEO
Dominatore incontrastato in Europa nei primi anni '80, poi l'esclusione dalle competizioni Uefa per le gravi responsabilità dei suoi tifosi a Bruxelles, quindi la lenta risalita. Culminata con la conquista della Champions League nel 2005. Non una semplice vittoria, quella di Istanbul, ma un'impresa leggendaria, una rimonta senza precedenti. Sotto di tre gol all'intervallo contro il Milan, il pareggio raggiunto in una manciata di minuti per poi vincere ai rigori. Trent'anni di trionfi e tragedie, è il destino del Liverpool. Giovedì sera una rimonta altrettanto miracolosa, seppur per un traguardo minore, l'accesso alla semifinale di Europa League. Identico però il contorno di dramma, incertezza e tripudio finale. Meritato premio per una tifoseria che conserva gelosamente - in spregio all'equazione calcio-business - un rapporto fideistico con il proprio club, un'affiliazione che si tramanda di padre in figlio. Nella buona e nella cattiva sorte.