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30 anni fa la tragedia dell'Heysel

Il 29 maggio 1985 39 tifosi della Juventus morirono prima della finale di Coppa Campioni col Liverpool

"Per non dimenticare mai. Sempre nei nostri cuori". Il centrocampista della Juventus Claudio Marchisio commenta così, su Twitter, le 39 vittime dell'Heysel nel trentesimo anniversario della tragedia. "Trent'anni fa, in questo giorno, si e' svolta une terribile tragedia. Tante persone sono morte in occasione di una partita di calcio. Vi chiedo di alzarvi in memoria delle persone che hanno perso la vita all'Heysel". Questo invece quanto chiesto dal presidente della Fifa, Sepp Blatter, poco dopo l'apertura del congresso della federazione stamane a Zurigo. Michel Platini, segnò il gol della vittoria della Juve contro il Liverpool, in quel triste giorno che vide la morte di 39 persone (LA NOTIZIA DAGLI ARCHIVI DELL'ANSA)

Trentanove palloncini bianchi si alzano in volo. All'Heysel, ora stadio re Baldovino, trent'anni dopo, si onora la memoria delle 39 vittime della curva Z - 32 gli italiani - quando la festa per la finale di Coppa dei campioni Juventus-Liverpool si trasformò in violenza e sulle gradinate morirono i tifosi bianconeri schiacciati dalla folla impaurita. Un minuto di silenzio. Corone di fiori. Cordoglio. Ma nemmeno un rappresentante del Liverpool alla cerimonia. Il vento gelido frusta il gazebo rosso dove sono stati fatti accomodare i notabili. Ci sono l'attuale sindaco di Bruxelles Yvan Mayeur e quello dell'epoca Freddy Thielemans; il presidente del J-Museum Paolo Garimberti e l'ex difensore della Juventus Sergio Brio; l'ambasciatrice del Regno Unito presso il Belgio Alison Rose ed il suo omologo italiano Alfredo Bastianelli; il presidente della federazione dei tifosi di calcio britannica Malcolm Clarke e l'assessore allo sport Alain Courtois. Si scandiscono uno ad uno i nomi dei morti. Si liberano i 39 palloncini bianchi. Tutt'attorno decine di giornalisti, qualche familiare delle vittime e una ventina di supporter della Juve, seguono la traiettoria verso il cielo. "Una data da non dimenticare mai", dice Brio. "Un dramma che ha lasciato una lezione importante", secondo Garimberti. "Nessun supporter deve andare allo stadio per non tornare più", afferma Clarcke, "sorpreso" per l'assenza di esponenti del Liverpool. "Avevo 11 anni ed un biglietto per il blocco Z. Solo un caso mi ha fatto ritrovare dalla parte opposta, nell'area M", racconta Romolo Putzu, nato a Bruxelles da genitori italiani. Poco distante c'è Rebecca Jacques, arrivata qui dalla Francia con madre e figlie per ricordare il padre Francois, morto a 45 anni. "Ci pensiamo ogni giorno". Anche per loro l'orologio si è fermato a quel 29 maggio 1985, come recita la poesia incisa sulla targa a memoria, sul muro dello stadio.

Heysel: Juve ricorda 'il giorno più triste' - "Doveva essere un momento di festa, di attesa, di tensione sportiva. Si è trasformato in tragedia". La Juventus ricorda così, nel trentesimo anniversario, le 39 vittime "innocenti" dell'Heysel. E, suo suo sito internet, ricorda il 29 maggio del 1985 come "il giorno più triste" della storia bianconera. "Trentanove famiglie furono segnate per sempre da un dolore che non riusciamo neanche ad immaginare", si legge ancora sul sito web del club bianconero. "Quanto accadde quella sera è scolpito nella memoria di qualsiasi tifoso. Di coloro che erano presenti a Bruxelles, di chi era seduto davanti alla tv, anche di chi allora era troppo giovane o magari non era ancora nato". Sono passati trent'anni e oggi, sostiene la società, "ci si può solo stringere nel ricordo". La Juventus lo farà partecipando insieme all'Associazione fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel alla Santa Messa, celebrata alle 19.30 nella Chiesa della Gran Madre di Dio a Torino. Saranno presenti i giocatori della Prima Squadra, lo staff tecnico e i dirigenti della società. La Juventus partecipa anche alla cerimonia pubblica a Bruxelles, rappresentata dal presidente del J-Museum Paolo Garimberti e da Sergio Brio. Alla cerimonia che si tiene a Liverpool sono presenti Gianluca Pessotto e Massimo Bonini. Su Juventus.com per tutto il giorno queste righe rimarranno la prima notizia dell'home page, la cover delle pagine ufficiali sui vari social network e l'unico post pubblicato su Facebook saranno in ricordo delle vittime. "Il resto sarà silenzio - conclude la Juventus -. Per onorare la loro la memoria. Per cercare di dare conforto alle loro famiglie. Per ribadire l'auspicio che il vile scherno di cui quelle 39 vittime sono state oggetto per troppi anni finisca, una volta per tutte. Per fare comprendere che una simile follia non si dovrà ripetere. Mai più".

Presidente supporter Gb, momento buio nostro calcio - La tragedia dell'Heysel "è stato un momento davvero buio per il calcio inglese, che ha colpito tutti. Un dramma che speriamo non si ripeta mai più", così Malcolm Clarke della Federazione dei tifosi di calcio britannica, a margine della commemorazione, a 30 anni dal dramma dello stadio Heysel, a Bruxelles. "Penso che il comportamento dei supporter britannici sia molto migliorato rispetto al passato - afferma Clarke -. Sono un po' sorpreso che non ci siano rappresentanti del Liverpool qui oggi. Ma sono qui io, in rappresentanza di tutti i tifosi del mio Paese, per onorare quei morti. Nessun supporter deve andare allo stadio per non tornare più a casa". Alla cerimonia era presente anche l'ambasciatore italiano in Belgio, Alfredo Bastianelli: "Essere qui oggi è essenziale, da una parte per commemorare le vittime, ma soprattutto perché si riporti all'attenzione di tutti la necessità che tragedie di questo tipo non si ripetano. Che lo sport sia occasione di gioia e di competizione, ma non di violenza e di morte".

 

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