Terremoto: a Camerino amarezza a preoccupazione
Sindaco, con norme anticovid difficile riapertura negozi centro

di Gianluigi Basilietti)
(ANSA) - CAMERINO, 26 OTT - Amarezza e preoccupazione
accompagnano le giornate di chi vive a Camerino. Quattro anni
dopo le due violente scosse di terremoto la sera del 26 ottobre,
5.4 alle 19:10, 5.9 alle 21:18, le prime di una sequenza
culminata in un movimento sismico di magnitudo 6.5 la mattina
del 30 ottobre, che fecero tremare la terra e crollare le case,
nella gente si è affievolita anche la speranza di un nuovo
domani all'ombra dell'Appennino. Quella sequenza segnò la
'seconda parte' del sisma del Centro Italia, aggravando i danni
già devastanti registrati ad Amatrice, Arquata del Tronto,
Accumoli il 24 agosto e ampliando a decine di Comuni il cratere
sisimico, in particolare nel Maceratese.
"Già stavamo vivendo una situazione molto difficile con il
dopo terremoto, con l'emergenza Covid che si somma ai problemi
noti siamo chiamati a vivere momenti davvero molto complessi",
racconta all'ANSA il sindaco Sandro Sborgia. "Di questo periodo
- aggiunge - l'unica nota positiva è l'avvento del commissario
Giovanni Legnini che ci sta dando gli strumenti per avviare,
questa volta davvero, la ricostruzione. Sempre che l'emergenza
sanitaria ce lo consenta".
La voce del sindaco diventa sofferente quanto la discussione
tocca il tema del centro storico, di fatto ancora chiuso. "Dopo
4 anni provoca dolore vedere il cuore della città ancora
transennato, ma sarà così ancora per poco - annuncia Sborgia -.
Contiamo di riaprire il corso per fine novembre, le messe in
sicurezza degli edifici danneggiati sono praticamente
terminate". "Abbiamo anche pensato agli addobbi natalizi, anche
se non ci saranno negozi aperti, illumineremo la via principale
con le luci del Natale", anticipa il sindaco. Quello del ritorno
dei negozi dentro le mura antiche è un altro nodo che "diventa
oggi ancora più complicato da sciogliere per via del
coronavirus, chi era interessato a riaprire la propria attività
dentro i pochi locali agibili oggi sta attendendo l'evolversi
della situazione", racconta ancora il primo cittadino. In tutto
questo, la preoccupazione maggiore di Sborgia sta nella "tenuta
psicologica della mia gente, chiamata a difendersi dal nemico
subdolo che è il virus e dalla burocrazia che fino a oggi ha
ostacolato la ricostruzione delle nostre vite".
Il problema della tenuta psicologica viene portato a galla
anche da suor Laura Cristiana, dell'Ordine delle clarisse di
Santa Chiara di Camerino: "Ogni giorno parliamo con tante
persone che evidenziano le fatiche di questi anni e di questi
giorni - racconta la religiosa -. Ci sono ferite molto profonde
dentro questa gente, molto più gravi di quelle che vediamo sui
muri delle case".
Una città nella città è l'Università degli Studi di Camerino,
da sempre cuore pulsante anche dell'economia del luogo, con una
popolazione studentesca di circa 9.000 giovani. Il rettore
Claudio Pettinari fa un'analisi di quelli che sono stati i 4
anni post sisma e l'emergenza covid di questi mesi, partendo
proprio dal coronavirus, spiegando, innanzitutto, che "gli
ambienti più sicuri per i miei studenti, in chiave anti
contagio, sono proprio le aule del nostro ateneo". Parlando del
dopo sisma e della mancata ricostruzione, Pettinari sottolinea
che "è mancata una vera politica di sviluppo del territorio".
Annunciando che scriverà a breve al ministro dell'Università,
Gaetano Manfredi, "al quale - anticipa - chiederò di investire
proprio sullo sviluppo universitario nell'area del cratere".
(ANSA).
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