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25 anni senza Scirea, campione semplice

Il presidente della FIGC Tavecchio, ricorda il libero della Juventus, uno dei piu' grandi azzurri di sempre

"Gaetano Scirea era un fuoriclasse in campo e fuori: mi manca, anzi ci manca, moltissimo e sarebbe bello se nel nuovo gruppo azzurro i ragazzi si ispirassero alle sue qualità, alla sua educazione". Gabriele Oriali, team manager della nazionale di Conte con alle spalle una vita da mediano, sa riconoscere i campioni. Dello sport e di stile: e a 25 anni dalla morte di quello che e' stato probabilmente uno dei migliori liberi del mondo e certamente il giocatore italiano piu' corretto (mai un'espulsione, mai una polemica) il suo omaggio, al telefono con l'Ansa, e' sincero e commosso. Quasi come quel 3 settembre del 1989, quando un banale tamponamento su una strada provinciale in Polonia dove era andato a osservare un'avversaria della sua Juve trasformò (complici due taniche di benzina stipate nel bagagliaio) l'auto su cui viaggiava Scirea in un rogo. "Quando lo seppi piansi - spiega Oriali -, per noi che vincemmo il mundial 1982 Gaetano era il compagno perfetto.

E il compagno ideale sarebbe ancora adesso, se fosse qui con noi. Era un ragazzo d'oro, un esempio di lealtà e correttezza. Come giocatore lo conoscevano tutti, ma come persona posso assicurare che era una inconsueta figura di leader silenzioso, ruolo che esercitava alla sua maniera. Era un uomo di tanti sguardi e poche parole. Ma quando parlava diceva sempre le cose giuste al momento giusto. E poi, era sempre di grande incoraggiamento per i compagni in difficoltà". Oriali farà in modo che nel gruppo azzurro si sviluppi quel tipo di amicizia profonda caratteristica azzurra al mundial '82? "Questo è fondamentale per raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo, e mi sembra che un gruppo coeso sia proprio ciò che Conte vuole in nazionale. Da questo punto di vista uno che assomiglia molto a Scirea è certamente Buffon: un ragazzo che dà sempre l'esempio e che, pur avendo vinto tutto, risponde alle convocazioni in nazionale come se fosse la prima volta. Gaetano era così, un ragazzo d'oro''.

''Mi viene in mente un aneddoto di quando vincemmo il mondiale in Spagna - prosegue Oriali - mi ricordo che ci ritrovammo a festeggiare in camera io, lui e Zoff e, nonostante fossimo tre tipi piuttosto taciturni, riuscimmo a superare la soglia del silenzio. Come giocatore Scirea era fortissimo. Uno dei migliori interpreti del ruolo di libero. Grazie alle sue grandi doti tecniche, era in grado sia di iniziare l'azione che di inserirsi centralmente senza palla per andare al tiro, oppure per servire il compagno. Interpretava il ruolo in maniera moderna, anzi addirittura rivoluzionaria: e tutto gli riusciva facile e lieve, come quel colpo di tacco che innesco' l'azione di uno dei tre gol alla Germania. Era l'azzurro piu' avanzato, lui che teoricamente era un difensore: e a pensarci bene - conclude Oriali - credo di poter dire che lui era sempre un passo avanti in tutto".

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