Una vita passata tra Iraq, Gaza, Afghanistan e iniziata raccontando ad appena 24 anni l'evento più epocale nella storia recente del suo Paese, la Germania e il crollo del Muro di Berlino. E' la vita, spenta oggi da un talebano che l'ha uccisa gridando "Allah u akbar", di Anja Niedringhaus, l'unica donna nel team di fotografi Ap insigniti del premio Pulitzer nel 2005 per la copertura della guerra in Iraq.
Anja, 48 anni, è stata freddata mentre si trovava nella propria auto a Khost, nell'Afghanistan orientale, insieme alla collega Kathy Gannon, un freelance e un autista. "Anja e Kathy hanno passato anni insieme per coprire l'Afghanistan, il conflitto e la sua gente", ha detto Kathleen Carroll, Ap Executive Editor. "Anja era una appassionata, dinamica giornalista, molto amata per le sue foto, il suo cuore e la gioia per la vita. La sua perdita ci spezza il cuore". Le due croniste di Ap "erano in un convoglio protetto dall'esercito afghano e dalla polizia", precisa l'agenzia di stampa Usa.
Anja era nata a Hoexter, dove a 16 anni iniziò a lavorare come freelance per un giornale locale. Poi gli studi universitari in letteratura, filosofia e giornalismo a Goettingen. Arriva il 1989, il Muro crolla e grazie alle sue foto Anja entra a far l'anno dopo parte della European Press Photo Agency (Epa), il celebre network europeo di immagini. E all'Epa la futura vincitrice del Pulitzer rimane fino al 2001, in anni passati soprattutto nei Balcani e in particolare nella ex Jugoslavia, a Sarajevo. "Abbiamo perso una grande amica, siamo tremendamente rattristati dalla notizia" della sua morte: così la European Press Photo Agency (Epa), ricorda Anja Niedringhaus, la fotografa uccisa oggi in Afghanistan, che ha lavorato per il network per oltre 10 anni.
"Ha iniziato con noi nel 1990, il suo 'battesimo' sono stati i Mondiali di calcio di Italia '90, poi l'ingresso nel mondo delle guerre, a partire da quella dei Balcani", recita una nota dell'editor in Chief, Hannah Hess. "Sentiremo tanto la sua mancanza, con profondo dolore". Nel 2002 entra nella Associated Press (Ap) e fa base a Ginevra. Segue tutti i conflitti ma anche i Giochi Olimpici, ben nove quelle al suo attivo. Nel 2005 il Pulitzer per l'Iraq, l'anno dopo il prestigioso premio al Coraggio della Fondazione internazionale donne nei media. E poi ancora riconoscimenti a pioggia, da Harvard o dai tanti premi minori per le sue immagini, messe in mostra nei musei di Francoforte, Houston, Londra, Vienna.