L'Autorità dei Trasporti incontra mercoledì 17 febbraio a Torino più di 35 tassisti in rappresentanza di circa venti associazioni di categoria. La convocazione è stata decisa dopo l'esplosione del fenomeno Uber. Il 19, invece, l'Authority vedrà i rappresentanti dei Comuni e delle Regioni, poi quelli della società Uber (non i driver di UberPop) e del servizio noleggio con conducente. Oggi a Torino sono attesi almeno 2.000 tassisti da tutta Italia per protestare contro Uber.
Dopo la proteste dei giorni scorsi a Milano, oggi i tassisti hanno protestato a Genova, bloccando alcune vie del centro. Hanno protestato contro la sentenza del giudice di pace che ha restituito la patente ad un autista di Uber.
La motivazione con la quale è stata restituita la patente "conferma che il servizio offerto da Uber non è in alcuna maniera relativo ad un servizio taxi abusivo", perché "se il servizio di taxi è un trasporto pubblico e come tale obbligatorio, caratterizzato da tassametro, partenza da piazzole riservate e utenza indifferenziata, Uber è cosa del tutto diversa". Così la general manager di Uber Benedetta Erese Lucini ha commentato la sentenza depositata ieri nella cancelleria del giudice di Pace.
Secondo il giudice, Uber è "condivisione volontaria della propria auto per esigenze di mobilità privata all'interno di un social network". Permane comunque, scrive Lucini "la necessità di provvedere a una nuova e organica normativa del settore del trasporto e della mobilità che tenga conto delle nuove tecnologie che di fatto lo hanno già rivoluzionato a vantaggio della collettività e per una maggiore vivibilità delle nostre città".