Gli studenti che non usano i dispositivi digitali per attività scolastiche ottengono risultati migliori in lettura; gli studenti che frequentano scuole dove c'è una maggioranza di studenti provenienti da famiglie benestanti hanno in media punteggi di lettura più alti (+ 31 punti) rispetto a quelli che frequentano scuole dove c'è una maggioranza di studenti provenienti da famiglie economicamente svantaggiate. Questa differenza è, tuttavia, inferiore a quella media internazionale (42 punti). E' quanto emerge dall'indagine dall'indagine Pirls 2021 presentata dalle studiose Invalsi Margherita Emiletti, coordinatrice nazionale dell'indagine e Laura Palmerio, responsabile area indagini internazionali Invalsi e dal presidente di Invalsi, Roberto Ricci.
Nelle cinque aree geografiche italiane si va da nessuna differenza significativa nelle aree del Nord Ovest e del Nord Est, a 24 punti del Centro ai 44 e 46 punti del Sud e Sud Isole rispettivamente. Inoltre, dallo studio si evince che il 53% degli studenti frequenta scuole i cui dirigenti non denotano problemi rilevanti legati al comportamento degli studenti, mentre il 31% frequenta scuole con problemi minori e il 16% frequenta scuole con problemi rilevanti. Come a livello internazionale, anche in Italia gli studenti delle scuole in cui non si riscontrano problemi rilevanti conseguono risultati medi in lettura migliori (+ 20 punti) rispetto a quelli delle scuole con problemi moderati o seri. Questa differenza di rendimento in lettura è particolarmente significativa nel Sud, dove gli studenti delle scuole senza problemi rilevanti hanno ottenuto risultati superiori di 40 punti rispetto a quelli delle scuole con problemi moderati o seri. La rilevazione Pirls 2021 è stata compiuta in 50 Paesi nel mondo, compreso il nostro, in una fase segnata ancora dalla pandemia. In Italia hanno partecipato alla rilevazione 222 scuole, 442 insegnanti, coinvolgendo oltre 7.000 allievi e 5.000 genitori.