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Corte Suprema Usa, no a divieto social per criminali sessuali

Giudici, è incostituzionale. Decisione contro il North Carolina

ROMA - Chi compie reati sessuali non può essere bandito dai social network. Lo ha stabilito la Corte Suprema statunitense, dichiarando incostituzionale una legge dello Stato del North Carolina che proibiva ai colpevoli di reati sessuali l'uso dei social a cui possono iscriversi anche i minorenni.

"Un principio fondamentale del primo emendamento (della Costituzione) è che tutte le persone hanno accesso a luoghi in cui possono parlare e ascoltare e, dopo riflessione, parlare e ascoltare ancora una volta", si legge nella decisione del giudice della Corte Suprema Anthony Kennedy.

Il principio si applica anche a Facebook e Twitter, oggetto del divieto in North Carolina. "Oggi uno dei luoghi più importanti per scambiare opinioni è il cyberspazio - prosegue infatti il documento - e in particolare i social media".

Vietando l'uso di questi siti, scrive Kennedy, si nega l'accesso "a ciò che per molti sono le principali fonti per conoscere l'attualità, controllare gli annunci di lavoro, parlare e ascoltare nella moderna piazza pubblica, esplorare i vasti territori del pensiero e della conoscenza umana".
   

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