Fornire un servizio per la mobilità sostenibile in modo sempre più capillare sul territorio e integrare le informazioni di bus e metro con quelle relative al trasporto privato o condiviso, dai taxi al car-sharing. Con queste premesse l'israeliana Moovit, con la sua app di informazioni sui mezzi pubblici in tempo reale, punta a crescere in Italia. Lanciata nel 2012 in Israele, la start up oggi ha una sede anche a San Francisco ed è presente in oltre 800 città con 38 milioni di utilizzatori nel mondo.
In Italia la usano in quasi 3 milioni, in oltre 50 città. "Il nostro segreto è che proviamo a risolvere un grande problema per le persone", spiega all'ANSA Alex Mackenzie Torres, chief marketing officer della compagnia: "Spostarsi". Il manager, ex di Google, ci tiene a elencare i "punti di forza" del mercato italiano, che conosce da vicino avendo vissuto per cinque anni a Roma. Il primo sono i mezzi di trasporto pubblico, rimarca Torres, elemento che "in alcune metropoli non si può dare per scontato. A Città del Messico o Bogotà le persone non hanno tanto bisogno di sapere a che ora passerà un bus, ma piuttosto se la linea sarà rispettata o meno". Altri due elementi che rendono Moovit tanto ottimista sul nostro Paese sono lo spirito imprenditoriale italiano e la crescente diffusione di servizi di car sharing.
Certo, ammette Torres, "c'è bisogno anche di educare il cittadino, di creare una coscienza della sharing economy". Nel futuro di Moovit il manager indica due orizzonti. In primis la copertura: "Prima ci focalizzavano su città e aree metropolitane, ora invece guardiamo alle regioni". In questa direzione vanno gli accordi stretti in Lombardia e Campania e l'auspicio di arrivare presto nel Lazio. Poi c'è l'"intermodalità". Ovvero l'integrazione di più servizi: "Siamo aperti alla collaborazione con tutti", non solo agenzie di trasporto locale, ma anche taxi, compagnie di car sharing, di car pooling e di pagamenti "mobile". All'estero ci sono accordi anche con Uber.
Moovit guarda con interesse al trend dei "chatbot", assistenti virtuali con intelligenza artificiale, di cui ha lanciato un primo test su Facebook Messenger. L'ambizione ultima è ancora più grande: "Con i nostri dati possiamo aiutare a 'disegnare' le città". I "Big Data", ovvero "l'enorme quantità di dati che raccogliamo nel rispetto dell'anonimato sull'uso dei trasporti", spiega Torres, "potrebbero essere un'incredibile opportunità per le compagnie di trasporto", sempre nell'ottica di migliorare i loro servizi. Questa è la vera filosofia delle "smart city", conclude, "pubblico e privato insieme per migliorare la città".
