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Facebook "viola privacy" con i tag ai volti

Utente Illinois punta il dito contro utilizzo dati biometrici

Facebook chiamata in causa per il modo in cui utilizza i dati che raccoglie per la sua funzione di riconoscimento dei volti utilizzata per suggerire i "tag" nelle foto. A sollevare la questione è un cittadino americano dell'Illinois, come riportato dal Chicago Tribune, secondo il quale il social di Mark Zuckerberg ha violato la legge del suo Stato "accumulando segretamente dati biometrici degli utenti in un immenso database". Facebook però replica: la causa è senza fondamento.

La funzione dei suggerimenti nei "tag" delle foto è stata introdotta dal social network nel 2010 e, in pratica, consiglia all'utente che pubblica foto con altre persone chi di queste citare e indicare con un "tag" grazie a un software di riconoscimento dei volti. Una funzione che può anche essere disabilitata.

Secondo Carlo Licata, l'utente che ha avviato la causa, Facebook avrebbe violato la legge per non aver informato sulla raccolta, conservazione ed eventuale distruzione dei propri dati biometrici. Licata, su Facebook dal 2009, sostiene di essere stato taggato nelle foto di amici senza aver mai dato al social il permesso di raccogliere o conservare dati a riguardo e che non gli è stata data possibilità di sottrarsi a questo meccanismo. Anche disabilitando l'opzione, per il legale di Licata il problema non si risolve perché Facebook comunque mantiene i suoi dati.

Un portavoce del social network in blu tuttavia respinge le accuse al mittente affermando che la causa è senza fondamento e annunciando che si difenderà.
   

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