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Silicon Valley fa mea culpa su privacy

Ft, big tech corrono a ripari, agire per reputazione

L'industria tecnologica americana ha sottovalutato i crescenti timori sulla privacy e la sicurezza online e ora deve agire rapidamente per evitare ulteriori danni alla sua reputazione. Il 'mea culpa' arriva dal alcuni top manager e investitori della Silicon Valley. 

"E' una cosa molto importante e la Silicon Valley l'ha sottostimata", dice al Financial Times Petere Thiel, investitore di start up e membro del consiglio di amministrazione di Facebook. Il presidente di Google, Eric Schimdt, si dice sorpreso del rapido cambio dell'atteggiamento politico europeo nei confronti dell'industria tecnologica americana. Ma respinge le accuse di scarsa sensibilità delle Silicon Valley. "E' facile dire che non sono state abbastanza sensibili, siamo sensibili", mette in evidenza. "Il governo americano e le aziende tecnologiche devono scendere in campo per riguadagnare la fiducia del mondo", precisa Jim Breyer, ex membro del consiglio di amministratore di Facebook.

"Molti sono stati presi in contropiede" sulla privacy e sulla sicurezza, afferma Aaron Levie, amministratore delegato di Box. "Alcuni nell'industria tecnologica hanno sotto valutato quanto alla gente interessa la sua privacy", sottolinea Brad Smith, di Microsoft, dicendosi non sicuro che tutti l'abbiano capito ora.
   

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