Il 'malware' mobile, ovvero l'insieme di 'virus' e programmi dannosi che prendono di mira gli smartphone e gli altri dispositivi mobili, oggi si è evoluto e può portare criminali a rubare contatti, dati bancari, registrare telefonate, bloccare dispositivi. Tutto è cominciato dieci anni fa con la scoperta, da parte di Kaspersky Lab, di Cabir, il primo codice dannoso progettato per attaccare i telefoni cellulari.
Diversamente dalla maggior parte dei campioni di malware moderni, ricorda la società di sicurezza, Cabir non era particolarmente dannoso ma ha fatto storia perché è stato il primo in grado di infettare anche i telefoni cellulari. Il 'worm' prendeva di mira il sistema operativo Symbian, di Nokia, e fu scoperto quasi per caso dall'analista Roman Kuzmenko: notò una mail senza testo con un file allegato sospetto. Da un'analisi più approfondita si capì che il file era in grado di passare da un telefono all'altro via Bluetooth: la conseguenza era che la batteria del telefono infetto veniva esaurita in modo estremamente rapido.
Da allora i criminali ne hanno fatta di strada, parallelamente al 'boom' degli smartphone. Android, di Google, è l'obiettivo più redditizio per i cyber-criminali visto che è il sistema operativo mobile più diffuso al mondo. Oggi l'archivio dei malware mobile di Kaspersky Lab contiene più di 340.000 campioni unici e oltre il 99% ha come obiettivo Android. Lo scorso agosto anche un report di Fbi e Dipartimento per la sicurezza nazionale Usa affermava che ad Android era stato indirizzato il 79% di tutte le cyber-minacce mobili del 2012.