MILANO - Due frontiere futuristiche come il trasporto superveloce e la medicina personalizzata: ci sono anche questi temi al Wired Next Fest che si tiene questi giorni a Milano. Per parlare di Hyperloop, il 'treno' supersonico del miliardario innovatore Elon Musk, è intervenuto Andrea Vaccaro, ingegnere elettronico italiano che lavora al progetto nella sede di ricerca di Los Angeles. Il vantaggio di Hyperloop - ha spiegato Vaccaro - non è solo nella velocità che dovrebbe toccare 1080 km/h (da Roma a Milano in 40 minuti), ma nel sistema di partenze 'on-demand' ogni minuto, nei viaggi diretti a destinazione e nelle connessioni con il resto della rete di trasporti in un sistema che copra anche il cosiddetto 'ultimo chilometro'.
"La topografia di Hyperloop è più simile ad un'autostrada, con una dorsale e le rampe di uscita per ogni stazione - dice l'ingegnere italiano - -. L'introduzione di nuovi modi di trasporto ha sempre fatto da catalizzatore per rivoluzioni socio-economiche: è dai primi del '900 che non ne sono stati introdotti di nuovi e 15 anni fa si è raggiunto il picco di crescita del trasporto aereo, è ora di un nuovo mezzo". L'idea è ampliare il concetto di area urbana, definita come raggio di spazio percorribile in 30 minuti: "Con Hyperloop Milano, Firenze, Venezia e tutto quello che sta in mezzo sarebbero parte di un'unica area urbana".
Le innovazioni tecnologiche spingono anche un'altra impresa di un italiano, la Orionis Biosciences di Riccardo Sabatini, fisico e imprenditore che dopo aver lavorato con il guru della genetica Craig Venter sta studiando un modo per creare farmaci personalizzati privi di effetti sconosciuti tramite lo studio del genoma. "In commercio esistono solo 1760 principi attivi ma il genoma sintetizza 20mila proteine che regolano tutte le funzioni della vita", osserva Sabatini che nei prossimi 18 mesi intende creare una matrice che associ 15mila farmaci e 22mila geni (anche del cancro).
"L'obiettivo è giungere ad un'intelligenza artificiale che sappia disegnare da sola le molecole necessarie per colpire un singolo recettore - conclude il fisico italiano -: ci arriveremo tra i prossimi 3 e 10 anni. Ma bisogna ricordare che negli anni 2000 mappare il genoma umano costava 10 milioni di dollari e oggi solo 600 dollari: nessuno si aspettava uno 'scale down' così rapido".