ROMA - Dopo il caso dei Samsung Galaxy Note 7 - ritirati dal mercato per il surriscaldamento delle batterie e per alcuni casi di esplosione - l'Agenzia americana per la sicurezza dei prodotti di consumo (Consumer Product Safety Commission, Cpsc) chiede all'industria di aggiornare gli standard di sicurezza delle batterie agli ioni di litio.
Obiettivo per il quale la Cpsc dice di essere già al lavoro insieme alla stessa compagnia sudcoreana. Samsung, ha affermato Elliot Kaye, presidente della Cpsc, ha compiuto i giusti passi per cercare di capire quale fosse il problema: "Come minimo l'industria ha bisogno di imparare da questa esperienza".
Basti pensare, spiega Kaye, che "ogni anno la Cpsc annuncia circa 400 richiami e una percentuale significativa di essi comporta un tasso di risposta del consumatore frustrante e pericolosamente basso". "Per fortuna", aggiunge, il caso del Note 7 "è stato diverso" con un tasso di risposta di oltre il 97%, negli Usa.
Samsung si è mostrata "responsabile", dice, e l'annuncio dei risultati della loro indagine interna "è un importante passo in avanti". La Cpsc, rimarca Kaye, "è un'agenzia vitale" ma le sue forze "non si avvicinano nemmeno lontanamente" a quelle messe in campo da Samsung. La compagnia sudcoreana ha impiegato sul Note 7 "più ingegneri e personale di quelli al lavoro per l'agenzia". Ora, sottolinea, "c'è bisogno di aggiornare e migliorare gli standard di sicurezza per le batterie agli ioni di litio nell'elettronica di consumo e stare al passo con le nuove fonti di energia che inevitabilmente le sostituiranno". Per questo la Cpsc è "al lavoro insieme a Samsung, al settore wireless, ai produttori di batterie e a ingegneri". La compagnia sudcoreana prevede infatti di "condividere ciò che ha appreso durante le sue indagini", a beneficio dell'intero settore.