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Ricerca, 37% utenti smartphone meglio di amico

E 93% intervistati disposto a dare 'pin' se richiesto

Il 37,4% degli utenti considera lo smartphone più importante o allo stesso livello degli amici più stretti. E' quanto emerge da un esperimento condotto dalle università di Würzburg e Nottingham Trent per conto di Kaspersky Lab: è stato chiesto agli intervistati di ordinare per importanza persone e oggetti presenti nelle loro vite.

Dalla ricerca è inoltre risultato che per il 29,4% degli intervistati il proprio smartphone è altrettanto importante - o più importante - dei propri genitori; per il 21,2% è importante quanto o più del proprio partner. Il 16,7% pone il proprio smartphone tra gli oggetti e le persone più importanti, l'1,1% lo ha indicato come più importante di qualsiasi altra cosa nella propria vita. Inoltre, il 93% dei partecipanti, in un esperimento aggiuntivo ha accettato senza problemi di condividere il 'Pin' del proprio smartphone quando richiesto, fornendo l'accesso a tutte le proprie informazioni personali e sensibili.

L'analisi è stata condotta sulla base di due diversi esperimenti: il primo basato su un strumento online chiamato Pord (Positioning Relations and Devices) e ha coinvolto 1.215 persone; il secondo, che ha visto i partecipanti lasciati in sala d'attesa per 10 minuti prima di ricevere una richiesta d'informazioni, ha coinvolto 95 persone. Entrambi i test sono stati condotti presso le università di Würzburg e Nottingham Trent, rispettivamente in Germania e Inghilterra.

"I nostri telefoni sono una parte integrante delle nostre vite e questo studio ne da' una prova psicologica. Il nostro legame con lo smartphone assomiglia all'amicizia, il che significa che tendiamo a fidarci molto di un oggetto inanimato; così tanto da considerarlo un elemento della nostra vita più vicino e importante di molte altre persone", dice Astrid Carolus, Media Psychologist alla University of Würzburg, che ha condotto lo studio. "Avere una simile relazione emotiva con i nostri smartphone può comportare una limitazione del nostro processo decisionale quando si tratta di proteggere i dati archiviati", osserva David Emm, Senior Security Researcher di Kaspersky Lab.
  
   

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