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Usa aprono indagine antitrust su big dell'hi-tech

Nel mirino Dipartimento Giustizia Apple, Amazon, Google e Facebook

Il Dipartimento di Giustizia americano lancia l'affondo sulla Silicon Valley. In attesa dell'ufficializzazione della stangata da 5 miliardi di dollari a Facebook per gli scandali sulla privacy, la giustizia americana apre un'ampia indagine antitrust sulle grandi aziende tecnologiche. Un'inchiesta che aumenta la pressione su Apple, Amazon, Google e Facebook, da tempo nel mirino delle critiche di Washington.

L'indagine - spiega il Dipartimento di Giustizia in una nota - punta ad accertare come le maggiori piattaforme tecnologiche hanno raggiunto l'attuale forza di mercato, se hanno attuato o meno pratiche per ridurre la concorrenza, ostacolare l'innovazione e in generale politiche a danno dei consumatori. L'obiettivo - aggiungono le autorità americane - è una valutazione del mercato online per assicurare che gli americani abbiano accesso a mercati in cui le aziende competono sulla base dei meriti e dei servizi offerti. Se fossero accertate violazioni, il Dipartimento procederà" con il chiedere le appropriate correzioni.

L'indagine antitrust sulle aziende tecnologiche segnala l'interesse delle autorità per un settore che, è l'accusa di molti, si è finora fatto le proprie regole su misura. Un settore che è accusato di essere un far west. L'inchiesta mostra infatti come dopo anni senza agire Washington voglia ora farsi sentire: una voglia emersa chiaramente di recente con Libra, la criptovaluta di Facebook. L'annuncio della società di Mark Zuckerberg ha scatenato una serie di reazioni violente, riaccendendo l'attenzione sulla Silicon Valley.

La posta in gioco per le big hi-tech è alta nell'indagine. Per Amazon lo è viste le difficoltà incontrate con l'amministrazione Trump, dato lo scetticismo del presidente contro Jebb Bezos, il patron di Amazon ma anche del 'nemico' Washington Post. Per Apple alle prese con i dazi e di una nuova vita dopo l'iPhone, l'inchiesta rischia di rappresentare una distrazione. Lo stesso per Google. Per Facebook la partita è ancora più complicata viste le critiche per il ruolo giocato nelle elezioni del 2016, per le violazioni della privacy e ora per Libra

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