Il rinnovo del contratto di Vincenzo Montella non è questione di giorni, e non è chiaro se sia più o meno semplice di quello di Gianluigi Donnarumma. Allenatore e portiere sono destinati a restare temi caldi nelle prossima settimane per la dirigenza del Milan, impegnata anche su campagna acquisti ed espansione commerciale in Cina, con strategie illustrate dall'ad Marco Fassone agli sponsor, riuniti nel workshop di fine stagione in Sardegna. "Non so quando rinnoverò. Non mi posso blindare da solo… - ha sorriso Montella, che trascorrerà giugno fra Vietnam e Ischia -. Sento totale stima da parte della società, c'è chiarezza e fiducia, se serve posso ritardare la partenza per le vacanze". Partirà sabato, al momento non ci sono incontri risolutivi in vista, né è chiaro se il prolungamento di un anno, fino al 2019, sia considerato prioritario per i vertici rossoneri. Secondo le ricostruzioni più ottimiste, ci sarebbe un accordo di massima sulla parola. È comunque improbabile la firma prima del ritorno di Montella dall'Asia. Più facile che avvenga a inizio luglio, quando la squadra si ritroverà a Milanello (3 e 4 i test, dal 5 il ritiro). Non ci sono passi avanti nemmeno sul fronte Donnarumma, anche lui in scadenza nel 2018. "Giorni fa gli ho fatto mettere una firma su un foglio bianco. Quindi - ha scherzato Montella - potrei fregarlo come credo, e forse non sarei il primo... Gigio è innamorato del Milan, farà la scelta giusta per sé". La battaglia contrattuale con il suo agente, Mino Raiola, è appena iniziata. "Vogliamo e speriamo di trattenerlo, siamo disponibili a ogni sforzo - ha ribadito Fassone -. Se andasse via stiamo già pensando ad un piano B". Probabilmente l'usato sicuro Casillas. Per l'attacco servono nomi più scintillanti. Il budget 100-150 milioni di euro, dipende anche dalle cessioni. Almeno 60 milioni (più ingaggio monstre) costa Morata. "Se gli sponsor mettono più soldi compriamo entrambi, così puntiamo anche allo scudetto", ha sorriso Montella parlando ai manager delle aziende partner del club al Forte Village. Tornare in Champions è l'obiettivo, "una sfida impegnativa perché Juve, Napoli e Roma sono nettamente più avanti". Il quarto posto serve anche per aumentare i ricavi, quanto l'espansione in Cina. Inattesa che Pechino tolga i limiti all'esportazione di capitali, Li Yonghong procede senza soci e sta costruendo la società Milan China (operativa a fine giugno, sede ancora da definire), per creare partnership commerciali, scuole calcio di concerto con il governo di Pechino e sviluppare il merchandising. Dal canto suo Fassone chiederà alla Lega Serie A per il Milan meno partite in serale, in orari funzionali per il mercato asiatico e attrarre le famiglie a San Siro. Non filtra preoccupazione per il rifinanziamento dei 120 milioni di euro di debiti con Elliott in capo al Milan. Poi restano gli altri 180 che deve rimborsare Rossoneri Sport, la holding con cui Li ha comprato il club.