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  4. Europa League: Roma-Viktoria Plzen 4-1. Giallorossi show volano ai 16esimi, eliminate Inter e Sassuolo

Europa League: Roma-Viktoria Plzen 4-1. Giallorossi show volano ai 16esimi, eliminate Inter e Sassuolo

Qualificazione per adesso congelata per la Fiorentina sconfitta in casa dal Paok

Una serata di prodezze personali sull'asse Dzeko-Perotti getta per una sera alla spalle le nubi di campionato e lancia la Roma ai sedicesimi di finale di Europa League con un turno d'anticipo. E con la certezza del primo posto del girone, buona per il sorteggio. La squadra di Spalletti dilaga sui ceki del Viktoria Pilsen, 4-1 con tripletta del bosniaco e splendida rabona a rete dell'argentino. Ma il calcio ama essere paradossale, anche questa vittoria dice che i giallorossi sono capaci di tutto e del suo contrario. Perchè se la qualificazione non e' mai stata in dubbio, visto anche il contemporaneo risultato di Austria Vienna-Astra, c'e' stato perfino una fase in cui la Roma ha rischiato di subire il pari. Dopo la domenica da 'menti deboli', come indirettamente l'ha definita Spalletti, contro il Pilsen il tecnico giallorosso aveva fatto un turn over solo a metà: il posto di Alisson tra i pali dell'Europa League e' assicurato, il restante spazio per scontenti è per il desaparecido Iturbe, che deluderà ancora una volta. Davanti Salah gioca con Dzeko e Nainngolan (capitano, visto il turno di riposo a De Rossi): la vittoria-qualificazione e' troppo importante. Non basta ai tifosi, l'Olimpico e' desolatamente vuoto, troppo pochi 13 mila spettatori. Dall'altra parte, Pivarnik risponde con un modulo inizialmente elastico, Petrzela terzino-ala dovrebbe creare oscillazione tra una difesa a 5 e una a 3, ma vista la spinta di Emerson prevale la prima. I guai per la difesa giallorossa allora arriveranno dall'altra fascia, dove Bruno Peres non offende nè difende. La Roma studia col palleggio dove poter entrare, il Pilsen aspetta per ripartire.

Dopo un anticipo di testa di Emerson su Kopic e un destro alto di Nainggolan, arriva il primo colpo di Dzeko, trascinatore della serata: è l'11', l'1-0 e' frutto di una sterzata dalla linea di fondo con gran sinistro sul palo opposto in uno spazio ristretto. La squadra applaude il bosniaco, ma il gol parla chiaro: è una serata da prodezze personali, non di giocate corali. In coro, a dire il vero, la Roma preferisce sbagliare e cosi' arriva l'1-1 sulla prima azione dei ceki: buco centrale, voragine a sinistra con Bruno Peres perso nel vuoto, Kovarik ha tutto il tempo per mettere sulla testa di Zeman la palla che sorprende i centrali e Alisson: amaro dirlo per la Roma, ma è proprio un gol zemaniano, per chi attacca e per chi difende. L'1-1 carica il Pilsen, i ceki insistono sulla sinistra, la Roma ha di nuovo il torto di non chiudere le occasioni create dagli spazi aperti. Al 32' Salah lanciato da Dzeko si vede fischiare un fuorigioco che non c'e', ma quando allo scadere l'egiziano si trova a porta spalancata soffre la pressione del rientrante Hejda e di sinistro spreca, scheggiando il palo. In mezzo, un colpo di testa di Dzeko così debole da far pensare che il bosniaco si sentisse in fuorigioco (37') e soprattutto un destro al volo del centravanti su sponda di Nainggolan (40'), sparato alto. L'avvio di ripresa dice che la Roma vuole la vittoria, la ferma la traversa presa da Paredes su punizione al 4' e un minuto dopo ancora l'imprecisione di Salah che a dire il vero sullo spiovente a campanile di Nainggolan e' troppo vicino al portiere per trovare l'angolo giusto. Strootman ciabatta fuori la punizione battuta da Iturbe (unica nota della serata, prima di esser sostituito da Perotti), e allora al 16' deve pensarci ancora Dzeko: preciso il pallone di Ruediger, puntuale il bosniaco alla schiacciata di testa in rete. Ma il Viktoria non molla. Entra Duris e subito mette paura ad Alisson con un destro appena alto.

Tiri parte, è la gestione leggera della partita da parte della Roma a lasciar margini all'avversario. Tra 31' e 32' prima Salah si divora la palla del tris su assist di Nainggolan in contropiede, poi Rudiger rischia il pasticcio su disimpegno, salvato da Fazio. Al 35' Zeman mette al centro, Alisson salva sul neoentrato Bakos che atterra Emerson e batte solo davanti alla porta. E allora, ecco un'altra prodezza-scaccia paura: la rabona di Perotti, entrato da poco, e' un raffinatezza argentina che strappa applausi ai pochi presenti e riempie gli occhi degli amanti del bel calcio. C'è tempo anche per la tripletta personale di Dzeko, su assist di Perotti. La festa e' completa. La Roma è la seconda italiana ad andare avanti nelle coppe dopo la Juve, con tutte distinzioni del caso.

RISULTATI E CLASSIFICHE

Flop Inter, ko con Hapoel e addio Europa
L'Inter dice addio al sogno europeo dopo una partita a due facce, bella e sorprendente quella del primo tempo, stanca e arrendevole l'altra, quella che si e' vista nel secondo. I nerazzurri, a Tel Aviv, contro l'Hapoel Beer Sheva perdono 3-2 dopo aver chiuso la prima frazione di gioco in vantaggio di due reti. Dopo l'intervallo, crollano, si fanno rimontare, e alla fine non trovano l'ultima scintilla per riuscire a segnare il gol della vittoria, quella che invece accende gli avversari abili ad affondare e a mettere a segno il tris. Decisiva l'espulsione per somma di ammonizioni di Samir Handanovic ma impressiona il calo improvviso dell'Inter che ancora una volta mostra il suo lato fragile, fallisce l'impresa ed abbandona l'Europa League con un turno di anticipo.

Stefano Pioli voleva scalare la montagna ma non conquista la vetta, al contrario la sua squadra frana e preoccupa il suo clamoroso blackout. I nerazzurri sembravano avviati verso una facile vittoria ma con l'Inter mai dire mai perche' accade quello che sembrava impossibile. Pioli non puo' stare tranquillo: il dopo De Boer si preannuncia travagliato e difficile, i problemi non sono superati e il futuro resta una grande incognita. L'allenatore e' costretto a mescolare gli ingredienti, deve rinunciare a Medel che si e' operato oggi al menisco, di Palacio e Santon, entrambi infortunati. Sceglie un inedito 4-4-1-1 scommettendo su Banega al servizio dell'unica punta, Icardi. I nerazzurri nel primo tempo giocano bene, costruiscono azioni corali e non rischiano mai, anche perche' l'Hapoel fatica ad entrare in partita. L'Inter e' padrona del campo e al 13' va in vantaggio: passaggio al centro di Eder, Icardi anticipa tutti e insacca di destro. Al 25' il raddoppio: duetto di prima tra Eder e Candreva, palla a Brozovic che calcia di sinistro dalla distanza, palo interno e gol. Nella ripresa, Icardi ha la palla della doppietta ma colpisce la traversa. Poi l'Inter si scioglie come neve al sole. I nerazzurri cedono fisicamente e psicologicamente. Al 13' cross di Radi e Maranhao segna di testa anticipando Miranda.

L'Hapoel prende coraggio, l'Inter si chiude e subisce. Gran tiro al volo di Ogu che non e' fortunato. Poi l'episodio decisivo: lancio lungo di Bitton, Buzaglo cerca di superare Handanovic che lo travolge. Secondo giallo per il portiere, espulso, e rigore per l'Hapoel. Pioli richiama Banega e inserisce Carrizo che riesce solo a intercettare il penalty di Nwakaeme. 2-2 e Inter in inferiorita' numerica per meta' ripresa. Inutili i tentativi di reazione dei nerazzurri. In pieno recupero arriva il colpo del ko: Ghadir serve Salah che condanna l'Inter. Il miracolo non c'e' stato ed e' un peccato perche' sembrava possibile. E' inspiegabile l'atteggiamento della squadra che resiste un tempo soltanto. Forse i nerazzurri hanno avvertito nelle gambe la grande fatica del derby e forse non ci hanno creduto fino in fondo. Pioli non e' ancora riuscito a dare alla squadra la scossa giusta e la vera montagna e' quella che dovra' scalare proprio lui, chiamato a rianimare un gruppo eterogeneo e insicuro. Dopo il flop in Europa, non resta che concentrarsi sul campionato per tentare la difficile rimonta. Lunedi' c'e' la Fiorentina, bisogna assolutamente vincere per non gettare la stagione al vento.

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