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Calcio, Inter: Icardi resta capitano ma la biografia sarà corretta

Le scuse dell'argentino: ho usato toni inappropriati contro gli ultras

Il bomber dell'Inter Mauro Icardi non perde la fascia di capitano ma la sua biografia sara' epurata dalle pagine 'incriminate'. Il giocatore dovra' pagare anche una multa: sono le decisioni - come si legge in un comunicato - prese dalla societa' nerazzurra al termine di un summit svoltosi questa mattina ad Appiano Gentile. Presenti il giocatore, l'allenatore De Boer e i dirigenti Gardini, Zanetti e Ausilio.

"Forza Inter! Amala. Non la lascio mai sola". E' il messaggio che Icardi aveva pubblicato sul proprio profilo Instagram insieme alla foto che lo ritrae con la fascia di capitano ben visibile al braccio.

"Mi scuso e mi impegnero' perche' queste pagine non ci siano piu' in modo che nessuno possa sentirsi offeso, tradito e minacciato. Ho parlato con la societa' e abbiamo chiuso questa brutta parentesi e tutti insieme abbiamo un solo obiettivo: il bene dell'Inter": lo dice Mauro Icardi secondo quanto riportato da una nota dell'Inter che lascia al giocatore la fascia da capitano anche se la biografia sara' epurata dalle pagine riguardanti il post partita di Sassuolo-Inter del 1 febbraio 2015.

"Tutto nasce da una pagina del mio libro, che probabilmente e' stata buttata giu' troppo d'istinto. Una pagina dove alcuni toni sono inappropriati e sono davvero dispiaciuto che ci siano andati di mezzo proprio i tifosi dell'Inter": lo dice Mauro Icardi, come si legge in una nota della societa' che conferma la fascia di capitano al giocatore. "In futuro - aggiunge l'attaccante che eliminera' le parti controverse dalla sua biografia - cerchero' di essere molto piu' attento, cosa che il mio ruolo nella squadra impone".

 

Forza Inter #amala #MI9 #NonLaLascioMaiSola ‼️

Una foto pubblicata da Mauro Icardi (@mauroicardi) in data:

I TIFOSI CON ICARDI DA PETIZIONI AD HASHTAG

Dopo un rigore sbagliato, gli ultras hanno continuato le contestazioni fin sotto casa dell'argentino. Cori, insulti, striscioni da parte di una trentina di tifosi ma, come racconta la moglie Wanda Nara, l'attaccante e la sua famiglia erano gia' rientrati in casa. "Noi ci siamo, quando arrivano i tuoi amici argentini ci avvisi o la fai da infame?", il testo dello striscione esposto sotto casa. Un clima rovente con Icardi che, per colpa di quanto scritto nella sua autobiografia, ha rischiato concretamente di perdere la fascia di capitano e di dover pagare una multa salatissima. 

LA VICENDA - Un episodio del 2015 ha rischiato di interrompere bruscamente la carriera da capitano nerazzurro di Mauro Icardi a pochi giorni dal generoso rinnovo contrattuale ottenuto dal giocatore. La popolarità dell'argentino - che scopre di avere contro anche i dirigenti dell'Inter pronti a sanzionarlo - crolla a San Siro sotto il peso degli insulti scagliati dagli ultras che gli chiedono di restituire la fascia. Icardi, nella sua biografia, rivela un retroscena legato al dopo partita di Sassuolo-Inter quando a fine gara lancia la sua maglia a un bambino. La casacca, secondo la ricostruzione dell'attaccante, gli viene pero' brutalmente strappata dagli ultras. Tanto basta a scatenare la reazione di Icardi. "Pezzo di merda fai il gradasso e prepotente con un bambino?", dice l'attaccante. Poi, si legge nel libro, i dirigenti nerazzurri lo mettono in guardia dalle possibili reazioni del suo atteggiamento. Icardi non si fa intimidire e minaccia: "Sono pronto ad affrontarli uno ad uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio e faglielo sentire: porto cento criminali dall'Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo". Parole forti che scatenano la curva Nord. E' notte fonda quando gli ultras pubblicano sul loro sito un comunicato: "Icardi con noi hai chiuso. Togliti la fascia. Pagliaccio".

Una rottura senza appello, i tifosi aspettano il giocatore al varco e durante Inter-Cagliari lo contestano per tutta la partita esponendo striscioni insultanti e bersagliandolo con slogan volgari. A nulla servono le scuse presentate in extremis (forse sollecitate dalla stessa società) dal giocatore che comunque nel suo libro spiega che i rapporti con gli ultras si erano normalizzati poco dopo la partita contro il Sassuolo. Icardi chiede il sostegno della Curva, spiega il suo stato d'animo dell'epoca e cerca inutilmente di ricomporre la frattura. Lui scende in campo teso, fatica a giocare, sbaglia il rigore mentre continuano fischi e cori. Una parte dello stadio pero' si schiera con lui e lo applaude. Ausilio e Zanetti ora minacciano fuoco e fiamme ma forse una società accorta avrebbe dovuto prendere visione del libro con un certo anticipo e senza dover intervenire quando ormai è troppo tardi. In ogni caso, i dirigenti si schierano dalla parte della tifoseria. Ausilio definisce inattendibile la versione di Icardi, nonostante a Premium Sport vengano mostrate le immagini che dimostrerebbero la veridicità di quanto sostenuto dall'attaccante. 

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