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Rugby: l'Italia regge un tempo, l'Inghilterra vince 40-9 a Roma

Match della seconda giornata del Torneo Sei Nazioni disputato all'Olimpico. Brunel, pagati infortuni e pressione. Parisse: brutto prendere 40 punti, con Scozia importantissima

Lezione dell'Inghilterra all'Italia del Rugby. Gli Inglesi vincono 40-9 allo stadio Olimpico di Roma nella seconda giornata del Torneo Sei Nazioni. Gli Azzurri reggono un tempo (9-11), poi sono travolti da 5 mete inglesi.

Brunel, pagati infortuni e pressione - "La partita è cambiata per due cose: abbiamo perso quattro giocatori nel primo tempo (Fuser, Zanni, Garcia e Gega, ndr) e non abbiamo saputo gestire la pressione degli inglesi. Se avessimo potuto mantenere più a lungo la nostra squadra iniziale, senza gli infortuni del primo tempo, avremmo potuto mantenere più freschezza. Ma hanno vinto con 40 punti e non possiamo dire niente. Dobbiamo imparare a giocare sotto pressione". Il ct azzurro, Jacques Brunel, commenta così la larga sconfitta dell'Italia subita all'Olimpico contro l'Inghilterra nella seconda giornata del Sei Nazioni. Una gara dalla doppia faccia, con l'Italrugby che ha saputo resistere alla forza fisica degli inglesi per circa 50' prima di soccombere sotto le mete avversarie e chiudere con il punteggio di 9-40: "Sono deluso - esordisce Sergio Parisse -, non è mai bello prendere 40 punti e non basta fare 50 minuti di buon livello. Eravamo in partita fin al 50', poi i 'ragazzini', Mattia (Bellini, ndr) e Sarto, hanno voluto contrattaccare e abbiamo preso una meta che pesa come un macigno. Ma non è colpa loro, mi piacciono i giocatori che vogliono osare". "Purtroppo è andata così - chiosa il capitano - tra due settimane con la Scozia per noi è fondamentale, è l'ultima partita in casa ed è importantissimo vincere".

IL RACCONTO DEL MATCH - L'Italia resiste 50 minuti nella seconda partita del 6 Nazioni 2016, poi la luce si spegne e alla fine l'Inghilterra chiude con 31 punti di scarto e cinque mete realizzate contro zero degli azzurri. Finisce 9-40, con l'Italrugby che nella seconda frazione paga in maniera pesante i quattro infortuni del primo tempo (Fuser, Zanni, Garcia e Gega, nessuno di loro sembra a rischio Scozia) e la pressione inglese, come ammesso anche dal ct, Jacques Brunel: "Se avessimo potuto mantenere più a lungo la nostra squadra iniziale - le sue parole a fine match - senza gli infortuni del primo tempo, avremmo potuto mantenere più freschezza". Un deciso passo indietro rispetto al 21-23 della settimana scorsa in Francia. Di fronte a un Olimpico gremito in ogni suo spazio (nell'intervallo c'è chi ha approfittato di San Valentino per chiedere la mano alla fidanzata via maxischermo), gli azzurri restano in partita per tutto il primo tempo, tenendo il campo e annullando gli inglesi sui punti di incontro, loro punto di forza. E rispondendo con Carlo Canna colpo su colpo ai calci piazzati di Owen Farrell. Unico neo della prima frazione, la meta concessa a George Ford al 25', frutto dell'unico spunto del temuto Billy Vunipola nei primi 40'. L'Italia si rintana così negli spogliatoi forte di un incoraggiante 9-11, un parziale che lascia ben sperare in vista della ripresa e che va secondo gli auspici del tecnico azzurro. Ma è una illusione di breve durata, perché dal 50' arriva il black-out, con gli inglesi che tra il 12' e il 18' infilano due mete fatali per mano di Jonathan Joseph. E spianano così la strada verso il loro secondo successo consecutivo nel Torneo. Attorno al 12' il momento cruciale del match, quando Sarto si fa ingolosire dall'attaccare e invece si fa intercettare l'ovale liberando Joseph alla prima delle sue tre mete. "Eravamo in partita fin al 50', poi i 'ragazzini' (Bellini e Sarto, per l'appunto, ndr) hanno voluto contrattaccare e abbiamo preso una meta che pesa come un macigno", l'analisi lucida di capitan Parisse. Un colpo durissimo a livello mentale, perché poco prima Canna aveva fallito il suo primo calcio piazzato (oltre a un drop ambizioso nel primo tempo) che, se realizzato, avrebbe portato gli azzurri di nuovo sopra. L'uno-due di Joseph manda l'Inghilterra sul 25-9, mentre l'Italia soccombe sui suoi stessi errori. "Non credo sia stato un problema psicologico - commenta George Biagi - il loro gioco ci ha messo sotto pressione, gli errori nostri al piede e sui punti d'incontro ci hanno punito, siamo stati ingenui". A quel punto, serviva solo portare a casa la pelle ma al 31' ancora Joseph completava la sua prestazione con la terza meta, a cui ha fatto seguito quella di Farrell con il risultato fissato su un impietoso 9-40. Senza una meta, pochi sussulti per il fedele pubblico dell'Olimpico. Dove tra due settimane arriva la Scozia, ultima chance per non ritrovarsi con un altro cucchiaio di legno nella credenza.

 

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