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Ljajic e difesa di ferro: ecco le armi scudetto dell'Inter

Per nerazzurri è già Natale dopo ko Napoli, Icardi rapinato

L'Inter resta solitaria in vetta, trova la qualità del gioco che finora mancava e si candida seriamente nella lotta scudetto. La continuità dimostrata dai nerazzurri manca ancora alle avversarie: il Napoli fallisce a Bologna e la Roma continua a perdere terreno. Fiorentina e Juventus, che stanno recuperando i punti di svantaggio, si affronteranno domenica prossima in una sfida che può permettere all'Inter (in trasferta a Udine sabato sera) di prendere il largo. Un passo alla volta, un gol alla volta (ben otto le partite vinte di misura), Mancini è riuscito a creare un gruppo unito che non dipende dalle individualità dei singoli.

L'Inter segna poco, ma in gol è già andata quasi mezza rosa. Ben undici i marcatori che hanno firmato il tabellino, a dimostrazione che ogni elemento può fare la differenza. È la forza dell'Inter che riesce a vincere nonostante continui la crisi del suo bomber. Icardi fatica, è rimasto in panchina anche contro il Genoa, ma a illuminare la serata ci ha pensato Ljajic. Il serbo è motivato, si sta prendendo la sua personale rivincita con la Roma, ha più fiducia nelle sue capacità e ieri ha segnato il gol vittoria. Tra Ljajic e Jovetic l'intesa aumenta di partita in partita: amici fuori dal campo e affiatati in gara.

"Bella serata, vittoria importante e complimenti ad Adem per il gol", ha scritto oggi su Twitter il montenegrino. Ieri contro il Genoa i due attaccanti hanno duettato regalando dribbling, passaggi filtranti e ampia visione di gioco. Lo spettacolo che finora manca. La coppia Jovetic-Ljajic sta difatti chiudendo le porte a Mauro Icardi, ieri spettatore non pagante della vittoria nerazzurra, cupo in volto e privato del ruolo di protagonista a cui è tanto affezionato. "Se non lavora per la squadra, va in panchina come tutti", aveva annunciato Mancini. E così è stato. Un momento sfortunato per Icardi che, dopo la delusione per l'esclusione in campo, è stato anche derubato verso mezzanotte davanti ad un ristorante nel centro di Milano: i rapinatori gli hanno portato via l'orologio di marca, la cui foto il giocatore aveva postato nei giorni scorsi su Instagram. La fascia da capitano è andata a Palacio, ma a questo punto ci si chiede se non sia meglio affidarla a Medel, leader indiscusso della squadra. Lui e Melo, insieme o singolarmente, sono una diga a centrocampo.

Tenaci e agguerriti, tanto che col Genoa pur di recuperare l'ennesimo pallone si sono scontrati di testa. Fortunatamente nessuna conseguenza per entrambi: anche Melo dopo aver passato la notte in osservazione in ospedale per una lieve commozione celebrale, è stato dimesso. La macchina dell'Inter si basa sui mastini del centrocampo, ma soprattutto su una difesa impenetrabile. Miranda e Murillo sono la coppia di centrali migliori della Serie A e in Europa solo Bayern Monaco e Atletico Madrid sono in grado di reggere il confronto di imbattibilità. Mancini ha fondato sulla difesa la vera arma della rinascita nerazzurra. Perché in Italia, come ha insegnato la Juventus, vince chi subisce meno gol.

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