Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Sport
  1. ANSA.it
  2. Sport
  3. Giro: 11/a tappa; nell'autodromo di Imola vince Zakarin

Giro: 11/a tappa; nell'autodromo di Imola vince Zakarin

Contador, prove tecniche di fuga e Aru si difende. Paura per Uran,finito a terra a qualche km da autodromo di Imola

Sulla pista dell'automodromo Enzo e Dino Ferrari, a Imola, 'romba' il motore che il russo Ilnur Zakarin porta con sé nelle gambe. Un arrivo a braccia alzate, in pompa magna. Una bella soddisfazione, dopo tante vicissitudini, compresa una sospensione da parte della Federciclismo russa per due anni, per una positività accertata al Metandrostenolone, un anabolizzante a uso orale. Il corridore del Team Katusha ha vinto e Alberto Contador ha allungato il proprio ruolino di marcia in rosa, tagliando il traguardo del sesto giorno consecutivo sul tetto del 98/o Giro d'Italia. Archiviata la brutta caduta a Castiglione della Pescaia, e i successivi problemi alla spalla, lo spagnolo appare in grande condizioni e diventa sempre più problematico ipotizzare dove possa perdere la maglia rosa o a chi possa cederla.

Tanto per gradire, il capitano della Tinkoff-Saxo oggi è partito a 9 chilometri dall'arrivo, sui Tre Monti, e Fabio Aru si è dovuto difendere a denti stretti - non senza l'aiuto del team Astana - per non perdere neanche un secondo dal rivale nella corsa per la conquista del Giro d'Italia. Di ben altro tenore lo spavento di Rigoberto Uran Uran, finito sull'asfalto viscido ai -16 chilometri. Il colombiano è caduto da solo, ha rotto il caschetto e ha rimediato qualche escoriazione. Gli è andata bene, perché è riuscito a rientrare nel gruppetto dei migliori e dunque ha evitato ulteriore ritardo in classifica. Poteva essere un pomeriggio di lacrime e sangue, gli è rimasto solo il sangue delle ferite sparse un po' dappertutto. Non è fortunata l'avventura al Giro del colombiano della Etixx-Quick step, che si è presentato alla partenza a San Lorenzo al mare con problemi respiratori, sorretto da una condizione piuttosto approssimativa, ed è stato costretto da sempre a inseguire i rivali. Uran dovrà limitare i danni, stringere i denti e aspettare giornate migliori, che potrebbero anche arrivare nella terza e ultima settimana di corsa.

La giornata, divisa a metà fra motori e pedali, non è stata propizia per Richie Porte, ancora sotto choc, come egli stesso ha ammesso alla partenza da Forlì, per la pesante penalizzazione subita ieri, a causa del cambio di ruota con l'amico Clarke, della Orica greenedge. Il tasmaniano della ipertecnologica Sky è rimasto rintanato nel gruppo dei primi, forse ripensando a quanto accaduto ieri, a pochi chilometri dal traguardo di Forlì, dove verosilmente si è giocato ogni chance di successo in questo Giro. E' stata una tappa bagnata e combattuta, risolta dalla fuga del 26enne Zakarin, che si è involato a circa 23 chilometri dal traguardo di Imola, dopo essere transitato per primo sul Gran premio della montagna dei Tre Monti. La sua pedalata irresistibile ha messo alle corde i compagni di fuga, compreso Franco Pellizotti che anche oggi ha provato a ritagliarsi un po' di gloria. La buona volontà non è bastata nel giorno in cui i motori si sono spenti nell'autodromo dove trovò la morte il brasiliano Ayrton Senna, in un tiepido e maledetto pomeriggio di primavera. Era il primo maggio 1994 e da allora la Formula 1 non è stata più la stessa.

      RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

      Video ANSA



      Modifica consenso Cookie