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Giro, 10/a tappa: Boem re a Forlì, Porte penalizzato

Comportamento non regolamentare, perde tre minuti da Contador e la maglia rosa si allontana

L'allungo che non t'aspetti, quasi uno sprint, che regala emozioni in uno dei giorni più afosi (con temperature oltre i 30 gradi) e colorati del 98/o Giro d'Italia di ciclismo, e conclude una tappa - la 10/a - vissuta fra Marche e Romagna. Un percorso dritto e veloce, senza autentiche difficoltà e con l'altimetria praticamente azzerata. Una tappa che Nicola Boem, 26 anni, veneto di San Donà di Piave - la città di Moreno Argentin - ha saputo strappare ad Alan Marangoni e che è stata caratterizzata da una fuga lunghissima, fra due ali di folla. Un'azione convinta, efficace, caparbia, che ha visto protagonisti Oscar Gatto (Androni giocattoli-Sidermec), lo stesso Boem (Bardiani-Csf), Alessandro Malaguti (Nippo-Vini Fantini), Marangoni (Cannondale-Garmin) e Matteo Busato (Southeast).

Una fuga tutta italiana, che ha visto protagonisti tre veneti e due romagnoli (Malaguti e Marangoni); gli ultimi due hanno pure tentato di darsi una mano. Spingendo a tutta hanno attraversato a medie altissime la riviera adriatica, conservando un vantaggio non troppo alto e nemmeno rassicurante. Con i quattro avrebbe meritato di arrivare fino in fondo anche il quinto fuggitivo, Gatto, che invece ha forato a 12 chilometri dall'arrivo ed è stato 'assorbito' dal gruppo ai -10. Una disdetta, che ha vanificato i suoi sacrifici. Alessandro Malaguti avrebbe fatto carte false per tagliare il traguardo da vincitore, se non altro perché - come egli stesso ha ammesso - "sono passato a 500 metri da casa".

Originario di Forlì, il corridore della Nippo-Vini Fantini si è invece dovuto accontentare del terzo posto in viale Vittorio Veneto. Chissà da quanto tempo pensava a questa tappa, Malaguti. "In effetti da tantissimo rompevo le scatole ai 'miei'", racconta. Legittima la sua delusione e le relative lacrime di disperazione. La tappa odierna ha permesso ad Alberto Contador di trascorrere un altro giorno in rosa e di proseguire il cammino verso Milano senza particolari problemi. Lo spagnolo, che ieri ha provato la bici per la crono di Treviso (quasi certo un nuovo assetto aerodinamico, perché la spalla lussata a Castiglione della Pescaia gli dà ancora fastidio), oggi ha badato a mantenersi a distanza di sicurezza dallo sprint del gruppo degli inseguitori, vinto da Giacomino Nizzolo.

Chi esce sconfitto da Forlì è l'australiano Richie Porte penalizzato di 2 minuti, per comportamento non regolamentare. Lo scalatore-cronoman del Team Sky avevo già perso in gara ben 47", in una tappa innocua per lui solo in apparenza. Ha forato a circa 6 chilometri dal traguardo della tappa conclusa a Forlì, accodandosi a compagni, avversari e ammiraglie, nel tentativo di rientrare in gruppo. L'australiano, come ha pubblicato su Twitter, si è fatto passare la ruota dal connazionale Simon Clarke, che corre per la Orica Greenedge. La decisione della giuria è clamorosa, ma inevitabile, e soprattutto traccia uno scenario assolutamente nuovo, ai vertici della classifica generale del 98/o Giro d'Italia. La nuova situazione, infatti, segna il declino di Porte che adesso in classifica accusa un ritardo di 3'09" e non più di 1'09", da Alberto Contador. Un ritardo pesante, causato un po' dal destino e un po' dalla scarsa lucidità del tasmaniano che ha accettato il sostegno concreto di Simon Clarke e ha pagato a carissimo prezzo questa leggerezza. Il regolamento, infatti, vieta a un atleta di ricevere aiuti da avversari e Clarke appartiene alla Orica greenedge, non al Team Sky di Porte. Ma c'è di più: Porte ha subito una specie di diffida, nel senso che se il gesto dovesse ripetersi potrebbe essere cacciato dalla corsa rosa. Nel comunicato della giuria si parla di "assistenza non regolamentare a un corridore di un'altra squadra". Porte è stato inoltre multato di 200 franchi svizzero. Penalizzato anche Clarke.

Arrivano brutti segnali dal Motorhome, alloggio al Giro di Porte, che da oggi probabilmente è meno sicuro di sè. L'australiano sembra la bella copia di sir Bridley Wiggins che abbandonò la corsa rosa del 2013 molto prima di affrontare le salite più dure. Porte potrebbe ben presto anche finire arrosto nel barbecue gestito dalla coppia Contador-Aru. Il suo potrebbe presentarsi come un tracollo annunciato. Si ha la sensazione, netta, dopo 10 tappe, che solo la cronometro può salvarlo.

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