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Mattarella: 'Ora serve senso di responsabilità'

Appello del capo dello Stato: 'Bisogna saper collocare al centro interesse generale cittadini'

di Silvia Gasparetto ROMA

Adesso è il momento della responsabilità. Nel giorno della Festa della donna il presidente della Repubblica Sergio Mattarella manda un richiamo a tutti i partiti a far prevalere "l'interesse del Paese e dei cittadini". Un appello accolto da tutte le forze politiche, che si dicono responsabili e pronte a dimostrarlo senza però fornire la chiave per risolvere il rebus della governabilità. Eccezione fatta per Silvio Berlusconi che rilancia le larghe, o larghissime intese, pur di scongiurare un rapido ritorno alle urne.

Nel suo discorso al Quirinale, tutto incentrato sul ruolo fondamentale delle donne nella vita del Paese, il capo dello Stato lancia il suo monito sulla necessità di mettere sempre al centro l'interesse dei cittadini, di ricomporre una unità anche dopo momenti aspri di scontro, come accadde a metà degli anni '70 quando "il Paese si divise in maniera accesa" sul divorzio ma "dopo soltanto pochi mesi vi fu la capacità di raggiungere un compromesso alto, su materia fondamentale" come la riforma del diritto di famiglia "con una normativa di grande valore e qualità".

Certo anche oggi siamo di fronte, nelle parole di Giorgio Napolitano a una "crisi complicatissima". E al momento l'unico a offrire una ipotetica via d'uscita, che però non raccoglie adesioni almeno ufficialmente, è il Cavaliere che garantisce il suo impegno a "fare di tutto" e "con la collaborazione di tutti" perché l'Italia riesca a darsi un governo "scongiurando" uno stallo che inevitabilmente riporterebbe al voto. Per Berlusconi, stretto tra il malumore interno a Forza Italia e l'irruenza dell'alleato vittorioso Matteo Salvini, è fondamentale non tornare presto alle urne. Quindi "fermo restando l'impegno a sostenere il candidato premier indicato dal maggiore partito della coalizione - avvisa l'ex premier - si devono produrre le condizioni di una maggioranza e di un governo in grado di raccogliere un consenso adeguato in Parlamento". Bene se Salvini premier dovesse quindi riuscire a trovare i voti sufficienti, ma se così non fosse vanno esplorate le larghe intese.

Dal canto suo il leader del Carroccio si limita a dare ragione al Capo dello Stato sul fatto che "gli interessi degli italiani vengano prima di qualsiasi calcolo politico" e va avanti per la sua strada, al lavoro su un programma da "offrire al Parlamento" per vedere se c'è "chi ci dà una mano". Anche per la presidenza delle Camera, primo banco di prova di ipotetiche maggioranze, il leader del Carroccio assicura di avere delle proposte pronte, perché "siamo la prima coalizione, il primo partito della coalizione e non ci hanno chiesto di stare alla finestra a guardare".

Anche l'altro vincitore del 4 marzo, il Movimento 5 Stelle, mantiene la sua posizione: "Noi - dice Danilo Toninelli - questo senso di responsabilità lo portiamo avanti già dalla campagna elettorale. Vogliamo che inizi la terza repubblica dei cittadini e un governo di cambiamento" ma perché accada devono essere gli altri a convergere sul programma grillino. Il Pd però, almeno per il momento, resta intenzionato a fare l'opposizione e lasciare ai due vincitori l'onere di sbrogliare la matassa. "Siamo pronti come sempre ad ascoltare le parole del Presidente Mattarella e il suo appello alla responsabilità" chiarisce Luca Lotti, sintetizzando una posizione espressa anche dal capogruppo Dem, Ettore Rosato, ma "forse anziché parlare del Pd - che ha perso e starà all'opposizione - è arrivato il momento di vedere cosa vogliono fare i vincitori Salvini e Di Maio".

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