Chiusura di tutti i centri culturali islamici. A prometterlo è il leader della Lega Matteo Salvini con una nota diffusa dalla Lega umbra, che poi però viene corretta dall'ufficio stampa del segretario precisando che l'impegno, nel caso il suo partito vada al governo, è di mettere i sigilli solo ai luoghi illegali e soprattutto quelli che "alterano i principi fondamentali come legalità e trasparenza".
Una presa di posizione che arriva insieme all'attacco sull'Europa bollata come un "Titanic che sta affondando. O cambia - avverte -o saranno i popoli a farla dal 4 marzo". A gettare acqua sul fuoco delle parole del leader leghista è il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani che invita a non strumentalizzare: "Salvini ha espresso una posizione non contraria all'Europa - dice - e' critico nei confronti di quella attuale, la sua e' una posizione legittima". Toni duri da parte del leader del Carroccio che già in mattinata a Strasburgo aveva puntato il dito contro i "finti profughi" che arrivano in Italia e che "non scappano dalla guerra ma che portano la guerra stessa dentro casa nostra".
Ma, se è vero che Salvini è l'unico leader del centrodestra a parlare per il momento di chiusura dei centri culturali islamici illegali, il resto della coalizione - anche se con toni diversi - si ritrova compatta a puntare il dito contro "l'immigrazione incontrollata" di cui "la sinistra è colpevole". Silvio Berlusconi definisce la presenza di 600mila migranti "una bomba sociale" mentre la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni è convinta che l'"unica soluzione è quella di governare i flussi migratori ed è evidente che con l'aumento dell'immigrazione siano aumentati anche i reati". Duro anche il Movimento Cinque Stelle che con il suo candidato premier Luigi Di Maio chiama in causa l'Europa: "Non può pensare che l'Italia sia un grande campo profughi", avvisa il vice presidente della Camera che chiede un coinvolgimento dei Paesi dell'Est "che accedono ai fondi europei e che quindi non possono non accettare i ricollocamenti".
Che "l'immigrazione rappresenti un tema complicato" è la convinzione del segretario del Pd Matteo Renzi. Il leader Dem mette le mani avanti all'idea di un governo di larghe intese con Forza Italia ma invita Berlusconi a collaborare per modificare il trattato di Dublino: "L'immigrazione è esplosa dopo quell'accordo firmato da Berlusconi. Cambiamolo insieme senza polemiche". A smentire il centrodestra sulla possibilità di effettuare i rimpatri è invece Emma Bonino che bolla la promessa di Lega-Fdi-Fi come "bufala da campagna elettorale. La situazione migratoria - spiega la leader di +Europa - e' retta in Italia da una legge che si chiama Bossi-Fini e che ha impedito l'ingresso regolare di chiunque".
Chi non nasconde la preoccupazione per il clima che si sta creando intorno alla questione immigrazione è Pier Luigi Bersani:"Se non ci mettiamo a usare il cervello - avvisa - invece di usare il cuore e la pancia, sull'immigrazione finiremo alle mani". Per il ministro degli Esteri Angelino Alfano il "compito cruciale è quello di rassicurare i nostri cittadini sul tema del fenomeno migratorio per contrastare i populismi e il razzismo".